ESCLUSIVA - Perisic, il suo ex preparatore: "Ecco come si allena. All'Inter è sempre stato felice"
Altri 120 minuti "alla Ivan Perisic". Corsa, corsa e ancora corsa. Poi qualità, tanta. E due gol, visto che servivano, per non farsi mancare nulla. Il croato non è ancora stanco: di correre, di decidere le partite, di alzare trofei. La partita contro la Juventus giocata ieri dal numero 14 nerazzurro è stata, per l'ennesima volta, da giocatore di livello mondiale.
Ma come fa a correre a quell'intensità dando l'impressione di non essere mai stanco? La redazione de L'Interista ha contattato in esclusiva chi può sicuramente aiutarci a rispondere a questo quesito: Marino Krespi, preparatore atletico personale di Perisic dai tempi del Wolsburg e fino a poco più di due anni fa.
Marino, come è iniziata la tua collaborazione con Perisic?
"Durante una partita, ai tempi del Wolfsburg, Ivan ha subito una frattura alla spalla. Dopo un'operazione ben riuscita, e dopo che il suo allenatore di allora Tonci Martic gli ha fatto il mio nome, abbiamo iniziato una riabilitazione ed è tornato in un tempo record. Poi abbiamo iniziato la collaborazione, che ha accelerato il suo passaggio all'Inter".
Qual è il suo segreto? Ieri non ha smesso di scattare fino al 120'...
"Come chiave del successo, vorrei sottolineare la sua mentalità nella dedizione che mette per l'allenamento personale. E' il suo punto di forza fin dall'inizio della carriera. Riconoscendolo per tempo e coltivandolo adeguatamente, è riuscito a mantenerlo ad un livello così alto per tutti questi anni, che oggi sembra possa giocare un'altra partita subito dopo quella appena finita".
Ci racconti qualcosa riguardo i suoi allenamenti?
"Potrei raccontarti varie cose, ma la cosa più importante è sottolineare che Ivan è un atleta versatile. Se non fosse stato una stella nel calcio penso che sarebbe potuto essere un ottimo giocatore di pallavolo, basket o tennis. Ha semplicemente talento per lo sport in generale e penso che si affermerebbe altrove nello sport, e non solo sulla scena calcistica. Poi gli allenamenti che fa sono vari come dicevo".
Per esempio?
"Con i miei giocatori ogni tanto preferisco differenziare le loro attività sportive quotidiane, anche per togliere loro pressione riguardo al match successivo, per concentrarsi su altro. E' un metodo competitivo, divertente e ti spinge a fare del lavoro extra perché è qualcosa che non fai tutti i giorni".
Ma da quando lo seguivi tu, non trovi che di anno in anno sia cresciuto nelle prestazioni?
"Ovviamente è cresciuto enormemente... Gli anni di lavoro extra hanno avuto un ruolo importante nelle sue attuali prestazioni e man mano che invecchi diventi molto più creativo nel mettere alla prova te stesso e le tue possibilità".
Nel periodo in cui lo hai seguito, non sempre all'Inter le cose sono andate per il verso giusto, tanto da spingerlo ad accettare la corte del Bayern Monaco per un anno. Cosa è cambiato da allora?
"Nulla, ti spiego. Nel periodo della nostra collaborazione che è durata poco più di 3 anni, posso dire che all'Inter è sempre stato felice, sempre. Un'altra cosa importante da notare è che Ivan era sempre affamato di successi, trofei, titoli. Siccome in quel periodo l'Inter non aveva una squadra che lottava fino alla fine per il titolo, forse il tuo presupposto di insoddisfazione partiva da quello. Ma come ho detto, era esclusivamente legato ai trofei, visto che Ivan è un vincitore nato. Andare al Bayern è stata per lui un'esperienza fenomenale. Non dimentichiamo che quando è tornato all'Inter sembrava ancora più maturo e determinato nei suoi sforzi per aiutare l'Inter nella lotta per lo Scudetto".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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