Zhang è un muro di gomma
Zhang è un muro di gomma. La contestazione dei tifosi e della Curva Nord, con Milano tappezzata di striscioni ‘Zhang vattene’, le banche cinesi che cercano di aggredire almeno i suoi compensi da Presidente dell’Inter, essendo debitore di 250 mln di euro per cose di Suning in Cina. Ma lui non fa una piega e va avanti per la sua strada. Il prossimo 8 marzo presso il Tribunale di Milano, il giudice Alima Zama della sezione specializzata per le Imprese, deciderà sul ricorso presentato il 27 luglio scorso dallo studio legale D’Andrea &Partners che rappresenta i banchieri cinesi.
Zhang è infatti anche presidente della Suning International, divisione internazionale di Suning Holdings Group. Il colosso cinese ha dichiarato fallimento nel proprio Paese e i creditori stanno provando a rivalersi almeno sui redditi italiani di Zhang come Presidente dell'Inter.
Ma lui ha sempre dichiarato di ricoprire l’incarico a titolo gratuito, anche se lo statuto dell’Inter non prevederebbe questa eventualità. Insomma, deciderà il giudice.
E Zhang non fa una piega nemmeno davanti alla contestazione della Curva Nord che, come la stragrande maggioranza del popolo interista, alla lunga ha perso la pazienza.
Tutti si chiedono e mi chiedono: “Ma l’Inter è in vendita?” Tra gli azionisti ci sono anche gli ex Moratti e Pellegrini, che ho visto a cena solo qualche giorno fa. Anche a loro risulta quel che risulta a tutti noi: il mandato di vendita dell’Inter a Goldman Sachs non è una novità. C’è da almeno due anni e le voci di un disimpegno di Suning dall’Inter sono ancora più vecchie: si pensi che all’arrivo all’Inter di Antonio Conte c’era già chi diceva che era il regalo di addio per cedere meglio la Società al potenziale acquirente di turno, mai palesatosi, se non sotto forma di wishful thinking dei tifosi.
Insomma, certamente l’Inter sarà venduta, ma chissà quando. Steven Zhang ha sempre ribadito di cercare soci e non acquirenti: lo ha ripetuto alla nausea.
Ridicola la vicenda che voleva PIF proprietaria dell’Inter in data 19 novembre 2021, quando lo Sceicco Mohammad bin Salman avrebbe dovuto perfino comparire dal nulla a Palazzo Parigi, ma come ho sempre detto Sceicco non è la crasi di Scemo+Ricco e la recente vicenda di Investcorp col Milan, sparito appena visti i conti, dice tutto sul reale interesse del mondo arabo per il calcio italiano, pari a zero.
Eppure dopo PIF, che nel frattempo aveva investito nel Newcastle, tra l’altro con risultati pessimi, visto che dopo la salvezza dello scorso anno ora veleggia a metà classifica, si è tirata in ballo Aramco: conferme reali, tolte le suggestioni di chi pascola sui social? Nessuna.
L’unica cosa certa è che il fondo californiano Oaktree Capital tra 20 mesi escuterà il pegno Inter per aver prestato 275 milioni di euro al 12% di interesse a Zhang.
Lui però vorrebbe prorogare la scadenza del prestito, ovviamente pagando interessi più alti, per sfruttare le questioni nuovo Stadio e Superlega, ovviamente per chiedere ancora più soldi del miliardo e 200 milioni di cui si parla. Se confermate, non sarebbero certo buone notizie per chi si augura che Suning lasci l’Inter al più presto. Perché se Zhang dal suo arrivo vi ha investito 800 milioni di euro, nessuno ha mai calcolato quelli incassati grazie al brand Inter.
E, anche su questo, Zhang resta più che mai un muro di gomma.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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