Speravo di chiudere l'anno in maniera diversa. Ma il pari di Genova va accolto con un sorriso di circostanza
Così si chiude il 2023 pallonaro: sono sincero, speravo assai potesse chiudersi in maniera diversa. Invece i ragazzi, a Genova, offrono una prestazione che definire brutta è forse anche poco. Ma ci sta, intendiamoci: questi giovanotti corrono come degli ossessi da metà agosto, si sono sobbarcati viaggi aerei, qualche volta intercontinentali, ogni tre giorni a rincorrere un pallone senza soluzione di continuità e, soprattutto, con l’obbligo, dettato da chi ancora non so e fatico a comprenderlo ma va bene lo stesso, di vincere. Anzi, magari fosse solo di vincere, qui si parla di convincere proprio: altrimenti, ciò che per molti è cinismo, per noi diventa – improvvisamente – fortulo, mix al 50 per cento tra la fortuna e il posteriore, non necessariamente umano.
L’Inter stecca l’ultima dell’anno. Vero, negarlo sarebbe controproducente e non racconterebbe la storia di una partita involuta, lenta, pasticciata a tratti: su un campo, ricordiamolo, dove hanno faticato tutte ma proprio tutte le cosiddette grandi. Al netto del Milan, inutile tornare su quell’episodio perché ciascuno, tanto per cambiare, resterà della propria opinione, Napoli e Juve hanno pareggiato, la Roma ne ha prese quattro. Ma non importa, lo so, quel che fanno le altre non ci deve interessare. Vero in parte, sottolineo: perché se tutte le prime della classe hanno faticato a pareggiare o vinto in maniera quantomeno discutibile a Marassi, forse qualcosina significherà.
Comunque, nell’ottica delle trentotto partite, anche il punticino strappato in una serata complicata va accolto con lieve sorrisetto di circostanza: perché forse, spero proprio di no però mai dire mai, questo punticino potrebbe risultare utile alla fine. Chiunque vinca un campionato sportivo ragiona nell’ottica del lungo periodo: non parliamo di partite a eliminazione diretta qui, parliamo di un torneo faticoso e logorante, è necessario partire da questo presupposto: altrimenti ogni pareggio equivarrà a una sconfitta e ogni sconfitta a una tragedia pallonara.
Fine anno, tempo di bilanci: non mi va di fare pagelle, pagelline o pagellone, lo dico in tutta onestà anche se, come ovvio, in questi giorni assisteremo a una corsa al voto annuale dove tutti, e per tutti intendo chiunque ma chiunque proprio, esprimeranno la loro opinione, preferibilmente sulla base di un voto. Io mi limito a dire che mi sono divertito e che sono grato a questa squadra, a questo allenatore che a febbraio scorso avrei mandato via al termine della stagione, mai durante, a questi dirigenti che riescono sempre e comunque a regalarci emozioni grazie a scelte di mercato intelligenti. Vero, non abbiamo vinto nulla al netto della Coppa Italia e della Supercoppa italiana. Vero, siamo andati a un centimetro dalla Champions. Ma è stata una cavalcata entusiasmante. E, soprattutto, vedo questi ragazzi cercare sempre e comunque di offrirci calcio. Non difesa a oltranza, contropiede, un tiro in porta un gol. No, calcio. Poi di tanto in tanto si scivola, ma si riparte con maggior convinzione di prima.
Avanti l’Inter, avanti l’Effecì.
Buon anno a Voi e ai Vostri cari.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2024 linterista.it - Tutti i diritti riservati