Simone Inzaghi ha la soluzione. Il problema è…
Si sprecano le soluzioni su come l’Inter avrebbe potuto vincere il derby. Tutte così chiare che non si capisce come Simone Inzaghi sia l’unico a non saperle.
Esagerazioni a parte, il derby oltre al risultato dice delle cose molto chiare:
1) sul piano del gioco non c’è stata mai partita;
2) l’Inter nel Secondo Tempo ha voluto controllare troppo presto, si è messa sul 5-3-2, lasciando la palla;
3) pure così, non aveva rischiato nulla;
4) i cambi nei punti nevralgici, e tutti nello stesso momento, hanno portato l’Inter a soffrire qualche fisiologico momento di calo di concentrazione per riassestarsi, e quell’esitazione è stata fatale perché il Milan non è mai domo, e questo è stato crucialmente sottovalutato.
Ora, che cosa dice questo inequivocabilmente?
Che l’Inter ha peccato di autocompiacimento: con la mole di gioco e occasioni prodotte, essere ancora 1-0 al 74’ non era un bonus ma un’aggravante. Queste aggravanti bisogna percepirle, non essere autoindulgenti, perché ti alimentano l’urgenza di andare a vincere le partite decisive e di conseguenza i titoli.
Per intenderci: con questa urgenza l’Inter si è andata a prendere la Supercoppa Italiana, insistendo buttando 6 uomini in area anche al 120’ pur rischiando lo svantaggio in contropiede. Certo, si dirà: per forza, là pareggiava immeritatamente, qua vinceva 1-0.
Ma così ha tenuto in vita il Milan per il titolo, e il peccato principale è stato gestire quando la partita doveva essere azzannata sulla giugulare scoperta.
Stessa cosa successa contro il Milan all’andata e contro la Juventus in campionato.
E pure contro il Napoli se vogliamo, ma comprensibilmente solo dopo il doppio vantaggio, che infatti fu cuscinetto sufficiente per attutire il rientro della banda Spalletti.
E allora la soluzione Simone Inzaghi ce l’ha: perché continua a giocare meglio di chiunque altro, fare la partita più di chiunque altro, preparare l’approccio in maniera più opportuna di chiunque altro.
Ma serve una cattiveria per chiuderla che è l’unica cosa che ti porta i titoli, e non a caso è quella ferocia che ha dato la Supercoppa Italiana.
Le fondamenta migliori sono il gioco, ma la casa va completata fino al tetto per non vanificare il lavoro. C’è poi sicuramente anche la partita dei cambi, sempre ad alto rischio per Inzaghino, che a volte gli fa prendere tutto, e a volte gli è fatale. Ma quello è conseguenza.
Alla basa c’è quella determinazione che ha fatto recuperare all’Inter con cattiveria il doppio -7.
Il Milan entrava nel derby da irriducibile, che sapeva che perdendo non avrebbe avuto un domani per lo scudetto. Adesso l’Inter, ammesso che le servisse sbattervici il muso sopra, dovrà ricordare che a un avversario disperato non deve essere concesso il lusso dell’autocompiacimento.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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