Rieccoci!

Rieccoci!TUTTOmercatoWEB.com
domenica 10 aprile 2022, 08:46Editoriale
di Gabriele Borzillo

Ma sì, perché mai non dirlo. Ci siamo ritrovati. Senza correre, sia chiaro, ma con tanta consapevolezza che l’Inter soprattutto del primo tempo, il secondo magari lo analizziamo tra qualche riga, è la stessa fuggita, non si sa dove né per quale motivo, appena dopo Natale. Squadra compatta, disposta tatticamente in maniera impeccabile, consapevole della propria forza e dei limiti dell’avversario di turno, ha cominciato macinando gioco e occasioni. Segniamo relativamente presto, minuto ventidue, ma avremmo potuto essere già ampiamente in vantaggio se non ci fossimo scontrati con l’ennesimo portiere posseduto dal fantasma - di non capisco bene chi – che si aggira sul prato verde del Meazza.

Sarà la sospensione del tic toc con la costruzione dal basso, per fortuna siamo cascati poco nella tentazione e abbiamo cercato immediatamente la profondità, favoriti da un Correa finalmente ispirato e compatibile all’estroso modo di interpretare il ruolo del centravanti da parte del Dzeko tornato ai livelli della prima parte di stagione. Sarà l’ispirazione per nulla banale di Calha, parametro zero capace di sfornare prestazioni croccanti come cialde quando è in serata, e ieri lo era, sarà l’esuberante strapotere di Ivan il terribile, cerchiamo – anzi cercate che i soldi non sono miei – di rinnovare in fretta al ragazzo, troppo importante per la causa, sarà il pomeriggio perfetto dello stra criticato Samir, un paio di parate importanti e poco traccheggio, sarà quello che preferite ma l’Inter dei primi quarantacinque minuti ha dato davvero l’impressione di essersi destata da quella letargia preoccupante che ne aveva avvelenato gli ultimi due mesi.

Dopo un primo tempo così, a mille all’ora e con l’estremo difensore avversario oltre l’otto di media in pagella, ci sta anche rifiatare: è vero, adesso giochiamo una volta alla settimana, ma le energie vanno centellinate anche perché il diciannove, infrasettimanale, abbiamo il derby di coppa e il ventisette, infrasettimanale, il recupero col Bologna. Proprio per questo capisco e comprendo l’atteggiamento. Abbiamo rischiato qualcosa, vero, ma altrettanto vero che abbiamo soprattutto rischiato di segnare il terzo in più di una circostanza e solo qualche errore banale, il palo e Montipò ci hanno costretti a restare sul doppio vantaggio. Ora tutti a domandarsi se questa è l’Inter che vedremo da qui a fine stagione. Me lo domando ovviamente anch’io. E credo proprio di sì, credo che il successo maturato in maniera anche un pochetto fortunata a Torino abbia, per così dire, liberato la mente e i garretti dei nerazzurri. Eravamo tutti ad attendere e concentrarci sul come l’Inter avrebbe approcciato la partita col Verona, avversario comunque tosto e incline a trovare spesso la via del gol, cinquantasei reti fino a oggi, le stesse di Napoli e Milan giusto per capirci. Beh, la risposta l’abbiamo avuta. Eccome. E cercare per forza il pelo nell’uovo, confesso, lo trovo sport di chi deve necessariamente criticare, comunque vada. L’ultimo pensiero lasciatemelo per Simone Inzaghi, ultimamente criticato assai (anche da chi scrive) per scelte apparse poco convincenti e un gioco oggettivamente latitante. Ha rischiato, Dimarco per Bastoni l’ho trovato un azzardo ma aveva ragione lui, ha caricato i suoi ragazzi nella maniera più corretta, ha imposto dal primo minuto Correa e il Tucu lo ha ripagato con prestazione di buon livello.

Insomma, la strada è tracciata. Vediamo di continuare a seguirla. Ricordandoci sempre che lo scudetto, sul petto, lo abbiamo noi: e gli altri, se vogliono strapparcelo, dovranno sudare molto più delle proverbiali sette camicie.

Alla prossima.