Quel che ci lascia Santo Sebastiano (compreso un compratore)
Si, è vero, a San Sebastian ce la siamo vista brutta, siamo stati un filo supponenti, forse eravamo un po’ rincoglioniti dall’ebbrezza del derby (ci sta… che bel derby…), di sicuro molto poco “inzaghiani”. Oh, non dovrebbe capitare mai, soprattutto in Champions, ma non si può nemmeno pensare di essere diventati improvvisamente “quelli che non sbagliano mai”.
Rispetto a un mare di critiche piovute sulle cosiddette “alternative” e rispetto alla partita in generale, ci sono un paio di cose da dire.
1) Chi dice “Inzaghi ha schierato troppe riserve” non ha compreso il senso del lavoro fatto questa estate dal club. Esistono “coppie di giocatori”, ruolo per ruolo. Le alternative nelle intenzioni devono essere al livello dei titolari. A San Sebastian non hanno decisamente raggiunto l’obiettivo, ma questo non significa che la prospettiva debba cambiare.
2) Carlos Augusto è partito male, ma ha finito alla grande. Segno di gran carattere, oltre che di qualità (era pur sempre alla prima in Champions).
3) Proprio per la “legge delle coppie” Asllani andava schierato eccome. Ha indiscutibilmente toppato la partita, ma questo non può e non deve valere come una sorta di “condanna a morte”. La prossima volta che Calhanoglu non sarà a disposizione, il giovane albanese riprenderà il suo posto in mezzo al campo e sarà chiamato a migliorare il suo rendimento. Asllani è giovane ma non va trattato come un ragazzino, altrimenti si fa tutto tranne che il suo bene.
4) Arnautovic non ne ha azzeccata una, questo è indiscutibile. Il suo alter ego, al contrario, sta giocando divinamente (sì, Thuram, impressionante). Ecco, se è giusto “pretendere” dal 21enne Asllani, figuratevi da un attaccante con centinaia di presenze sulle spalle. L’austriaco tornerà utilissimo, chi lo ha già bollato come “inadatto” non sa quel che dice.
5) Pavard è buono come un crostino burro & acciughe del Cantabrico.
6) Dell’orrendo match (non) giocato contro l’ottima Real Sociedad è giusto memorizzare l’ultimo quarto d’ora, quello dell’Inter che riesce a portare a casa un punto grazie al suo “status”, oltre che alla forza di chi è subentrato per suonare la carica. Spieghiamo: nel recente passato le squadre italiane facevano paura a nessuno: se andavano sotto difficilmente tornavano a galla. I nerazzurri dopo la finale di Istanbul sono in grado di resistere, restare in partita e – in qualche modo – rimetterla in piedi mettendo soggezione ai loro avversari. Non è poco.
7) Quando c’è da fare un po’ di “casino organizzato” Alexis Sanchez è una mano santa. Tornerà utilissimo pure lui, abbiate fede.
Fine. Non diciamo una parola sulla possibilità che la proprietà decida di “passare la mano” perché non conosciamo le intenzioni della famiglia Zhang. Il fatto che ci siano “entità” interessate all’acquisto è chiaramente una notizia, ma poi tocca passare dai legittimi proprietari. Un anno fa le volontà erano chiare (trovare un compratore), oggi non è affatto detto che sia così. Sapete che c’è: in attesa di “sapere”, molto meglio pensare all’Empoli, avversario storicamente fastidioso come un’appendicite.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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