Problemi e soluzioni
La nuova stagione è finalmente arrivata. Sabato sera Lecce-Inter darà le prime indicazioni concrete, solide, sulle quali poter fare dibattito senza doversi rintanare nella logica dell’inconsistenza delle amichevoli.
La sussistenza dei primi 90 minuti si basa su un principio cardine, uno di quelli che storicamente ha sempre dato la rotta al Campionato: è vietato perdere la prima partita, ovunque sia.
La sconfitta la prima giornata ha sempre portato con sé delle conseguenze, ed è sempre stata la spia rossa nel cruscotto del torneo che segnalava come la nuova Inter avesse problemi che le amichevoli non avevano segnalato adeguatamente. Il pareggio è interlocutorio, difficilmente interpretabile. Nella stagione del triplete la squadra di Mourinho iniziò con un pareggio a San Siro contro il Bari e sappiamo come è andata. L’anno seguente l’Inter debuttò a Bologna, dove uscì un altro pareggio senza reti ma la stagione fu meno felice della precedente. La vittoria non è così indicativa ma permette di rinviare eventuali problemi e lavorare con più serenità. La partita con il Lecce, per caratteristiche e andamento del precampionato dovrebbe essere durissima.
Partiamo proprio da questi due strani mesi ai quali ci stiamo abituando con sofferenza.
Sono più di due mesi che viviamo col tormentone Skriniar, con l’assillo della cessione eccellente, con l’opzione Dumfries e quella dei giovani di valore, primo tra tutti Pinamonti, ceduto alla fine per una cifra intorno ai 20 milioni al Sassuolo. Il prossimo potrebbe essere Casadei. Proprio perché Marotta e la proprietà non possono fare un comunicato in cui la campagna acquisti in uscita si ritiene conclusa, fioccano le speculazioni e i titoli sui giornali credo li vediate anche voi. Se si trattasse di una stagione, come quella dell’anno scorso, arrivata al culmine di una pandemia e con una crisi economica con pochi precedenti, sarebbe comprensibile ma sembra che il destino di questa società sia quella di andare avanti per anni a compravendite da equilibristi, nel tentativo di erodere lentamente le voci più pesanti del bilancio.
Chi ha più di 30 anni ha visto tutte le sfaccettature del club ma penso ad un ragazzo di 20 anni e mi chiedo come percepisca l’Inter, considerando che da 12 anni la società è perpetuamente indebitata e la faccenda è diventata “normale”.
Se la cosa non si riflettesse sulla campagna acquisti alla gente interesserebbe poco o niente ma tra il 2011 e il 2018 il club ha fatto rinunce importanti ed è rimasta ai margini del grande calcio. Abbiamo avuto tre anni di rilancio e dal 2020 siamo tornati a stecchetto.
Lo scudetto vinto un anno fa ha riportato orgoglio e prestigio, le due coppe della scorsa stagione hanno ridato spessore all’Inter, ma abbiamo già detto che non è normale per una società con questo blasone, costringersi alle cessioni importanti per restare a galla.
Perciò il primo problema è legato al vero obbiettivo della famiglia Zhang e Suning. Personalmente non credo siano contenti di restare alla guida di un club, vivacchiando e sperando di restare competitivi fino a quando dura. La soluzione è vedere la nascita di questo benedetto stadio, aumentando il valore del club finalmente collegato ad un bene immobile e rendendo il presso dell’Inter all’altezza delle aspettative del gruppo cinese.
Diversamente sarebbe interessante capire se l’Inter non possa fare un progetto più marcato, investendo su giovani calciatori, come ha fatto quest’anno con Bellanova e Asllani.
Il problema tecnico emerso nelle amichevoli è invece una certa friabilità della difesa, poco aiutata dal centrocampo. Il rientro di Skriniar, se resterà, è fondamentale ma anche vederlo giocare con una parte della sua attenzione inevitabilmente legata al PSG e al rinnovo di contratto non va bene, ecco perché le sue prestazioni e quelle della squadra trarranno grandi benefici dalla chiusura del mercato. Solo che questo si concluderà quando saranno già state disputate quattro partite.
Lukaku è parso isolato dal resto dei compagni in campo. Inzaghi non faccia l’errore capitale di Tuchel, relegandolo a boa e costringendolo a pochi movimenti in un fazzoletto di campo.
C’è poi la questione Digital Bits, main sponsor dell’Inter che semplicemente non paga.
E’ talmente incredibile ma nell’intera storia nerazzurra non era mai capitato di avere uno sponsor insolvente. Trattandosi di cripto valute è altrettanto criptica la dinamica e persino la soluzione, la quale potrebbe passare da un cambio di sponsor ma a stagione in corso appare proibitivo. Un colpo di scena è atteso a giorni. Staremo a vedere.
Amala
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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