Prima Sheriff da favoriti, poi Derby da sfavoriti
Prima lo Sheriff, da favoriti. Poi il derby, da sfavoriti.
Sappiate che non sono per nulla scaramantico, perché in quasi 35 anni di carriera giornalistica ho commentato partite in cui si dava l’Inter vincente già negli spogliatoi e altre sulla carta da vittima predestinata. E assai più spesso di quanto crediate, rispetto ai pronostici, la realtà calcistica è andata al contrario.
Non ho alcun problema a scrivere che da Tiraspol, per lo Sheriff visto a San Siro, l’Inter può, anzi deve tornare con un risultato positivo, ma per il Derby è diverso. E’ favorito il Milan e non lo dico per scaramanzia, perché su Telelombardia ed emittenti collegate dal 1988 ad oggi ne ho commentati complessivamente 81 con 32 vittorie, 22 pareggi e 27 sconfitte. Limitandomi alla Serie A ne ho raccontati 66, di cui 27 vinti, 18 pareggiati e 21 persi.
Tra quelli persi, parecchi ero sicuro di vincerli e viceversa.
Quanto all’assoluta precisione delle mie statistiche, non ho contato io i ‘miei’ Derby, ma il collega Alessandro ‘Dodo’ Longhi, la più grande memoria storica che conosca. Credo che nel suo cervello ci sia un Hard Disk infinito, visto che si ricorda tutto, ma proprio tutto, non solo di partite e risultati, ma anche di chi le ha commentate.
Il Milan è favorito anche per i 7 punti di vantaggio in classifica e per aver già vinto 3 scontri diretti su 4, con Lazio, Atalanta e Roma, questi ultimi due addirittura in trasferta, oltre al pareggio con la Juventus a Torino.
Inoltre il Milan ha la fortuna di poter preparare il Derby n.175 di Serie A fin dal momento in cui vi sto scrivendo, perché la partita di Champions League con il Porto può viverla, per come si sono messe le cose nel suo girone, senza troppe angosce. Non sarà uno scandalo se con zero punti in tre partite i rossoneri, tornati in Champions dopo sette lunghi anni, la lasceranno subito per concentrarsi solo sul Campionato: anzi, è quello che vogliono i suoi tifosi, visto che la strada con Liverpool, Atletico Madrid e Porto si è rivelata ancora più tortuosa del previsto. E l’esempio dell’Inter di Conte che l’anno scorso finì ultima nel suo girone e poi ammazzò il Campionato chiudendo con 12 punti di vantaggio proprio sul Milan è un precedente incoraggiante.
Completamente diverso è invece il discorso per l’Inter che gioca in Champions League per il quarto anno di fila, ma nelle tre precedenti occasioni non è mai riuscita ad approdare alla seconda fase, finendo due volte in Europa League e l’anno scorso brutalmente eliminata.
Passare il girone di Champions per l’Inter quest’anno è un dovere: non è partita in scioltezza con la sconfitta casalinga con il Real Madrid e il pareggio a Kiev con lo Shakthar.
Ora è fondamentale replicare il successo con lo Sheriff per non giocarsi la qualificazione all’ultima giornata al Bernabeu.
Quindi, a differenza del Milan, la testa sul Derby l’Inter potrà metterla solo da mercoledì notte dopo essere tornata dalla Transnistria.
Tre giorni in più per preparare un Derby, oltre a tutto quel che di ottimo il Milan ha fatto vedere fin qui, sono bonus da considerare, insieme al fatto che per i rossoneri andrebbe bene anche un pareggio, mentre l’Inter, se perdesse, finirebbe in doppia cifra dalla vetta. E’ vero che il campionato è lungo ma dieci punti sarebbero comunque tanti, anche dal punto di vista dell’autostima.
Quindi ora testa allo Sheriff, partita da non sbagliare assolutamente e poi il Derby… da sfavoriti che, statistiche alla mano, non significa non poter vincere.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2024 linterista.it - Tutti i diritti riservati