Per l'Inter sono cominciati i gradoni!

Per l'Inter sono cominciati i gradoni!TUTTOmercatoWEB.com
martedì 8 febbraio 2022, 07:58Editoriale
di Gian Luca Rossi

Per l’Inter sono cominciati i gradini, anzi i gradoni: e sono cominciati con l’imprevedibile inciampo nel Derby. Dopo il Milan, ci toccano Roma, Napoli e Liverpool, con difficoltà a salire nelle tre competizioni nel giro di otto giorni.
Valuteremo subito le scorie lasciate da un Derby gettato via ed è il secondo stagionale: all’andata era stato un pareggio con un rigore sbagliato da Lautaro e l’autogol di De Vrij, decisivo in negativo anche questa volta, in una sconfitta maturata in tre minuti di follia.

Il colpo per una squadra che credevamo tutti finalmente affidabile è stato duro.
Non è tanto per il significato del Derby: in fondo per la legge dei grandi numeri una sconfitta ci poteva anche stare, visto che l’ultima era stata 15 mesi fa e la penultima in campionato addirittura sei anni fa, cinque anni fa se consideriamo la Coppa Italia, con quel gol di Cutrone nei supplementari.

Non c’entra la supremazia cittadina: negli ultimi due anni i nerazzurri hanno rifilato in classifica finale 16 punti ai rossoneri due anni fa e 12 l’anno scorso, ma ci sono sconfitte e sconfitte e questa, dopo uno dei primi tempi migliori della stagione, fatica a trovare una logica. E quando le squadre perdono logica, allora ogni scenario diventa possibile.
Per questo voglio credere che siano stati davvero i cambi poco sensati di Simone Inzaghi l’unica spiegazione di questa sconfitta. Non sarebbe un dramma, perché succede anche ai migliori di sbagliare. Tante partite Inzaghi le aveva vinte azzeccando le sostituzioni, qualcuna l’ha sbagliata: prima del Milan, con la Lazio e da lì l’Inter è ripartita più forte che mai. Deve farlo anche ora, malgrado gli impegni siano certamente più duri di allora.
Non vedo ancora le condizioni, come già sostiene qualcuno, di scegliere gli obiettivi, lasciando al volo la Coppa Italia, dove l’Inter se la vedrà subito con la Roma di Mourinho che torna a San Siro per la prima volta da avversario dell’Inter, anche perché, se poi guardiamo alla Champions, c’è poco da scegliere, perché a mio giudizio non siamo comunque pronti per quel genere di partite. Lo si è visto a Madrid con il Real e lo vedremo presto contro gli inglesi. Direi che per certi versi lo abbiamo verificato anche nel Derby: se Olivier Giroud ci ha fatto due gol in tre minuti perché siamo andati in bambola, immaginatevi cosa possono farci i mammasantissima di Klopp. Per come la vedo io, la Champions non può ancora essere un obiettivo e sono già contento di essere nel G-16 d’Europa, ma dopo la Supercoppa vorrei provare a portare in bacheca sia il Campionato con la Seconda Stella, sia la Coppa Italia. Se poi quest’ultima non sarà possibile perché arriverà il momento di dover dare tutto in campionato, ce ne accorgeremo più avanti, ma non mi pare il caso di fare calcoli già adesso.
Al di là del risultato favorevole, non mi è piaciuta la gara con l’Empoli dove Inzaghi ne ha cambiati 9 su 11: un turn-over esagerato con il rischio di tornarsene subito a casa, ma poi ci ha pensato Sensi. Ora mi auguro che contro la Roma, Inzaghi limiti il turn-over, anche se sabato si gioca a Napoli un altro big-match per lo Scudetto.
L’Inter oggi più che dalle avversarie che la inseguono deve guardarsi da due nemici interni. Il primo torna ricorrentemente ed è l’incapacità di ammazzare le partite, il secondo è una borghese sottovalutazione degli avversari. Sul primo, evidenziato nel derby, dopo uno dei migliori primi tempi di sempre con almeno tre gol sbagliati, chiama in causa anche gli attaccanti e per ragioni anagrafiche me la prenderei più con Lautaro che con Dzeko, che sappiamo avere per la sua età autonomia ridotta. Il secondo è una questione mentale: ci si crede forti e lo si è ma mai più di 60-70 minuti, così erroneamente si cominciano a gestire al piccolo trotto situazioni di gioco senza essere bravi a farlo.
Ogni squadra ha le sue peculiarità e la gestione dei minimi vantaggi non è nelle corde di questa Inter.
Prima si imparerà a gestire questi avversari interni, prima si tornerà a correre.