Lukaku: l’Inter non ha più tempo (e mette l’ultimatum)
E ora parliamo delle possibilità di andare a medaglia dell’atleta del Papukistan, nella maratona olimpica in programma questa notte.
(Non è vero, parliamo di Lukaku. E della questione “tempo”, che è assai importante).
E, insomma, bisogna fare in fretta, perché il resto è già più o meno scritto (salvo miracoli, ovviamente): Romelone finirà al Chelsea ma, appunto, tocca spicciarsi, perché l’inizio della stagione è lì, dietro l’angolo, e tocca mettere toppe alla rosa dei campioni d’Italia.
Diciamola tutta: quei furboni del Chelsea prima si sono accordati con l’attaccante per un quinquennale da 12 milioni più bonus, poi hanno formulato la loro proposta all’Inter (100 milioni di euro più il cartellino di Marcos Alonso). La proposta è stata rispedita al mittente e da quel momento il club di Abramovich ha smesso di fare del bla bla. Si è parlato di una possibile offerta al rialzo da 115 milioni (o 105 più il cartellino di Zappacosta) ma la società ha seccamente smentito.
Bene, rispetto a questa situazione ci sono due simpaticissime cose da aggiungere. La prima: qualunque tipo di rilancio non verrà trattato dai dirigenti nerazzurri, ma sottoposto alla proprietà cinese. Toccherà direttamente agli Zhang, insomma, prendere decisioni in merito.
La seconda: nell’ottica della questione più pressante, quella che contempla la necessità di trovare un sostituto per l’attaccante belga, il club nerazzurro intende imporre una “ultimatum” al club inglese, una sorta di “se volete il giocatore rilanciate, viceversa resta qui” che, banalmente, serve ad accelerare il trasferimento per dare la possibilità a Marotta e Ausilio di trovare rimpiazzi minimamente “consistenti”.
I nomi? Più o meno sono sempre quelli. Vlahovic è la prima scelta, ma impossibile da acchiappare (Commisso non lo molla). Zapata è l’alternativa numero 1 (ma Percassi spara altissimo). Scamacca un possibile attaccante di complemento da associare a una qualsiasi “sorpresa” (un modo banale per dire che non sappiamo che nome buttare sul piatto, se non Dzeko). E, insomma, la situazione non è semplice ma, soprattutto, l’Inter - quantomeno i suoi dirigenti - non vuole/può più aspettare.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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