L'Inter tra i sogni e il debito

L'Inter tra i sogni e il debitoTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 2 giugno 2022, 14:22Editoriale
di Lapo De Carlo



Da 10 giorni è iniziato ufficialmente il calciomercato, con una serie di suggestioni, congetture e alchimie mischiate alle necessità del bilancio e una perenne abitudine al debito che da più di dieci anni sembra inestinguibile.
Dal 2010, subito dopo la conquista della Champions, Moratti ha compreso che con l’ingresso del fair play finanziario nello stesso anno, non poteva far fronte autonomamente alle nuove esigenze societarie e da quel momento è iniziato il calvario del debito.
Da Moratti a Thohir, da Thohir a Suning si sono susseguite una serie di notizie anno dopo anno tra il terroristico e l’entusiasmante.
Ogni stagione abbiamo sentito di come Thohir avesse iniziato a intraprendere un circolo virtuoso e di come Zhang stesse investendo ed emettendo bond (l’ultimo a gennaio di 415 milioni) per permettere all’Inter di rifiatare e avere le basi per essere competitiva.
Il fatto è che dopo gli investimenti il percorso di Suning si è fermato con l’arrivo della pandemia e problemi che in realtà si trascinavano in Cina da diverso tempo, senza che ci fossero notizie certe a riguardo.
Possiamo comprendere tutte le giustificazioni e le valutazioni reali ma resta il fatto che l’Inter ha ancora un debito enorme e interminabile che tra i club più importanti al mondo è unico.


Si possono comprendere le motivazioni che impediscono agli attuali proprietari di investire come due anni fa sul mercato e si può confidare nelle capacità manageriali di Marotta ma resta il fatto che non si può andare avanti ogni anno con la cessione di uno o due big della squadra, parametri zero possibilmente azzeccati e accordi con la Uefa ridiscussi.
Nulla contro Zhang ma il prestito ricevuto da Oaktree e speso solo in minima parte, è a metà dalla scadenza e per questo sarebbe importante comprendere quale sia la strategia che ha in mente.
Se dipende dallo stadio e dalla posa della prima pietra farà bene ad avere un altro piano (a meno che non si costruisca davvero a Sesto con tempi relativamente più brevi), se invece non è soddisfatto delle offerte ricevute si chieda perché.
Le manovre di mercato dell’Inter sembrano già orientate ma le carte delle cessioni sono coperte, perché mentre i giornali ci mostrano le immagini di Lukaku e Dybala ma ancora non si sa chi sarà e se sarà il giocatore sacrificabile.
Si possono fare delle ipotesi che quotano Lautaro (che gol e assist ha fatto contro l’Italia) come il giocatore più appetibile e dalla cifra più sexy per le casse nerazzurre, oppure Bastoni che, contrariamente a quanto accadeva in passato per età, talento e abitudini delle squadre inglesi, può essere venduto in Premier a 50/60 milioni.
C’è Dumfries, verso il quale c’è stato l’interessamento di Atletico e Bayern, De Vrij che però non sembra più essere un’uscita così certa e comunque non particolarmente utile alla causa, considerando che l’Inter guadagnerebbe poco dal suo addio.  
Su Barella, Brozovic e Skriniar al momento non ci sono voci pesanti e sembrano davvero fuori dai giochi di mercato.
Il tema Lukaku è affascinante ma anomalo. A gennaio i tifosi nerazzurri erano ancora inviperiti con lui, oggi i ripetuti mea culpa del belga, la richiesta di tornare all’Inter, uniti alla volontà straordinaria per questi tempi, di decurtarsi lo stipendio hanno ammorbidito la tifoseria. La modalità per concretizzare l’affare è cervellotica e complessa ma “non impossibile” e questa sospensione crea aspettativa.
I giovani della Primavera hanno conquistato lo scudetto. L’ultima volta che è accaduto (nel 2018) c’erano Zaniolo e Pinamonti, oggi Iliev, Carboni e Casadei e per una volta sarebbe il caso di portarne almeno due in panchina. E’ vero che le contropoartite sono utili alla causa ma c’è bisogno di giovani di talento invece che di Kolarov, Vidal, Caicedo e tanti altri nomi che negli ultimi anni hanno arredato lo spogliatoio.
Il debito c’è ma per fortuna si può ancora sognare senza esagerare.