L’importanza dei quarti e la vergogna del Porto

L’importanza dei quarti e la vergogna del PortoTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 16 marzo 2023, 19:47Editoriale
di Lapo De Carlo


Il passaggio del turno ai quarti di finale della Champions League ha un’importanza capitale.
L’eliminazione del Porto in una gara difficilissima e con un finale fremente, rappresenta uno strumento in più nel delicato e lunghissimo momento che sta attraversando il club.
l'Inter con l’ingresso in Champions ha preso più di 15 milioni grazie al bonus partecipazione. I risultati ottenuti nel girone e l’ottavo con i portoghesi le hanno permesso di ottenere poi altri 29,53 milioni. Con i 13 milioni di profitti derivati dal market pool ha attualmente totalizzato 73.4 milioni.
Non sono soldi che la proprietà utilizzerà per reinvestire, al contrario saranno utili per la cassa ma è altrettanto vero che entrare tra le otto squadre più forti d’Europa permette di migliorare considerevolmente il proprio ranking.
La prossima stagione se l’Inter riuscirà ad andare nella coppa più importante sarà automaticamente nella seconda fascia.
I quarti aumentano anche il prestigio, la visibilità e conseguentemente, la possibilità di avere sponsor seri che non si chiamino Digital Bits, autentico caso senza risposte di questa stagione.
Per un giocatore che ha qualche reticenza verso il Campionato italiano, sapere che le nostre squadre sono competitive e possono raggiungere obiettivi importanti può essere uno sprone in più, visto che in termini economici non potremo lottare per chissà quanti anni con l’Inghilterra, gli sceicchi e lo sconcertante meccanismo dell’Uefa.
I quarti aumentano anche il potere contrattuale dell’Inter ad esempio nei casi di rinnovo non ancora avvenuto, come Bastoni.

Veniamo al gioco. Quello espresso a Porto ha fatto storcere il naso a molti.
In tanti si sono lamentati di come la squadra non riuscisse a fare tre passaggi di fila o rinunciasse spesso a tenere il pallone. Le occasioni la squadra le ha create nell’area del Porto ma con meno scioltezza di quanto fosse riuscita a fare con il Barcellona.
Va fatto presente che l’Inter non ha la squadra migliore della Champions, non ha palleggiatori raffinati o un fuoriclasse che trascini da solo la squadra. I limiti li conosciamo tutti ma il potenziale è enorme quando il collettivo è armonico. Questa convinzione di poter giocare meglio di così non tiene mai conto del valore e delle differenze degli avversari. L’Inter avrebbe potuto cercare con più convinzione la porta avversaria ma avrebbe rischiato di prendere il gol e lo si è visto in almeno quattro occasioni con il Porto
Fin da inizio stagione, ogni volta che la squadra in trasferta (ma anche a San Siro) tenta l’assedio, la squadra si allunga, si aprono voragini e subisce il gol in ripartenza. Coi portoghesi le avvisaglie c’erano tutte, solo che ora c’è più consapevolezza di un problema che questa stagione non riesce ad essere risolto.



Capitolo Inzaghi. Anche questa volta, come nel passato, l’allenatore è divisivo.
Non si riesce ad uscire dalla logica della critica vissuta come nemica, ostile, con interisti che dispensano certificati di “vero interismo” a chi difende l’Inter sempre e comunque e black list verso chi esprime perplessità. Personaggi che dopo essersi indignati verso chi critica l’Inter, procede con il medesimo appunto.
Va rivendicato il diritto di criticare l’allenatore se ha una comunicativa pessima e fa scelte sbagliate, se perde con lo Spezia, pareggia con la Samp e perde col Bologna, così come dovrebbe essere normale fare i complimenti al tecnico se la squadra gioca bene, fa i cambi giusti o vince. Invece no. Si parla di carri medioevali su cui salire e di infedeli che devono scendere o non avvicinarsi.
Inzaghi ha fatto delle dichiarazioni polemiche verso le spese fatte in precedenza dalla dirigenza: “Lo Scudetto ha provocato qualche problemino a livello economico“
e vagamente minacciose: “Al momento giusto parlerò: lo devo a me stesso e ai miei familiari». Sono dichiarazioni sottovalutate, forse perché arrivate in una notte di festa.

Capitolo tifosi. Il comportamento del Porto è stato pericoloso e inqualificabile.
Tifosi lasciati fuori dallo stadio nonostante avessero un regolare biglietto o tenuti schiacciati in un lungo corridoio per ore, fatti entrare in ritardo alla partita.
L’Inter ha emesso nella serata di ieri un comunicato che esprime rabbia e chiede l’intervento dell’Uefa. Il fatto è che il calcio inclusivo che proclama l’Uefa va a sbattere contro atteggiamenti privi di senso civico e sportivo, come quello del Barcellona a ottobre e quello del Porto martedì. Ho personalmente parlato con una decina di persone che hanno raccontato la loro disavventura. Il calcio sta alzando le stesse barriere che il mondo sta sollevando in ambiti politici e l’Uefa nel suo contesto si limita a verbalizzare senza intervenire radicalmente. Le persone che hanno subito questo danno vanno almeno rimorsate.

Amala