L'affare Samardzic non s'ha da fare. Per tanti motivi. E per l'Inter può essere un'opportunità
Dei paradossi della vicenda Samardzic s'è ampiamente discusso in questi ultimi giorni: fa bene l'Inter a farne una questione di principio, senza dunque piegarsi ai ghiribizzi di questo o quel procuratore, oppure ci si sta perdendo in un bicchier d'acqua, come taluni - seppure in pochi - sostengono? Chi scrive sostiene la prima tesi. Perché di principio si tratta, certo. Ma la sua applicazione ha potenzialmente delle ripercussioni sugli equilibri che governano l'ambiente Inter.
Primo punto: se hai ventun anni e ti appresti a fare il grande salto, devi fremere dal desiderio di metterti in gioco e misurarti con una piazza di queste dimensioni. Che questa 'furbata' strategica - che poi qualcuno dovrà spiegare chi trarrà giovamento da questo teatrino - sia tutta farina del sacco del padre del ragazzo poco importa: se Lazar vuole l'Inter, deve imporsi. Non l'ha fatto, e rimediare ora risulterebbe comunque tardivo.
E qui veniamo al secondo punto: come verrebbe accolto, anche qualora si trovasse il modo di porre rimedio al pasticcio messo in piedi dal suo entourage? Scalfire il pregiudizio nei suoi confronti non sarebbe impossibile, ma avrebbe senso circondare di tanta tensione l'inserimento di un ragazzo che, per quanto talentuoso, avrebbe bisogno di pazienza e serenità per completare il proprio processo di maturazione e affermarsi in maglia nerazzurra?
La risposta, in termini puramente logici, è no. Questa è un'operazione che non s'ha da fare. E al netto dell'imbarazzo passeggero per avergli fatto sostenere le visite mediche - l'Inter ne uscirebbe pulita, a livello d'immagine -, farla saltare a un metro dal traguardo può trasformarsi in una straordinaria opportunità. Nelle attuali ristrettezze economiche, ci si può permettere di investire oltre 20 milioni per la sesta scelta a centrocampo? L'avrebbe avuto in altre e più floride fasi dell'era Suning, ma non oggi. Quel tesoretto va reinvestito su un braccetto di destra che offra un'alternativa solida a Darmian, o su una punta, qualora si trovasse una sistemazione a Correa. Le priorità, oggi, sono quelle. In mezzo la coperta è lunga, e sia la conferma di Sensi sia un eventuale nuovo innesto (che potrebbe essere Pereyra) sarebbero ripieghi più che accettabili.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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