Inzaghi il fuoriclasse: cosa deve temere l’Inter. La favorita Champions è...
Talmente tanto, talmente tutto, che quasi ogni commento sulla notte storica con cui l’Inter mette a segno la sua vittoria più larga nel derby dal 1974, nonché per la prima volta nella storia registra 5 derby consecutivi vinti, quasi ogni commento diventa ridondante.
L’Inter ha sbriciolato ogni aspetto del Milan, l’ha fatto prima scotennando il match all’inizio, poi sventrandolo da metà partita. Perfetta tatticamente e tecnicamente, ma ancora di più strategicamente.
Perché nel tantissimo che c’è, e nello sfavillare delle prestazioni di tutti su cui si erge l’mvp Marcus Thuram (altra creazione di Inzaghi, ma ci torneremo dopo), svetta la strategia del mister di attirare il Milan fuori posizione per poi detonarlo in velocità e precisione.
Pioli ha sbagliato col botto a definirla ‘scaltra’; i più ignoranti lo chiameranno difesa e contropiede. E invece no: è difesa e contropiede quando effettivamente difendi qualcosa da qualcosa; ma il Milan ha solo avuto il pallone senza portare un attacco che fosse uno per 35 minuti. L’Inter l’ha attirata più alta, non ha fatto passare un pallone oltre la trequarti, e ha sviluppato la manovra d’attacco in 60 metri con la fionda. Strategia di Inzaghi perfetta.
E proprio questo è il punto: nel tanto di tutto, il fuoriclasse è Simone. Che dopo essersi inventato Darmian braccetto, Calhanoglu regista, aver voluto Acerbi contro tutti, aver valorizzato Dumfries, aver creduto in Dimarco, aver rilanciato Mkhitaryan, e last but not least aver ripensato totalmente il reparto avanzato inserendo Thuram e chiedendogli cose che non aveva mai fatto e adattando la squadra a lui, ancora una volta dimostra come la preparazione della partita sia sofisticata.
Cosa deve temere l’Inter? Sicuramente il rischio di dimenticare che siamo alla quarta giornata, in primis. In secundis, che una Juventus che gioca un calcio sideralmente inferiore è solo 2 punti indietro (non 3 per il Di Bello Factor). Ma soprattutto, farsi fottere da quel senso di superiorità che già due anni fa fregò l’Inter e il mister, che giocavano un calcio nettamente migliore di tutte le altre e però si scordarono della cattiveria, con cui il Milan finì per vincerci uno scudetto.
Partita a partita, come ha detto Dimarco. E’ tutto là: se l’Inter rimarrà umile, diventerà credibile per lo scudetto, al di là dei proclami un tanto al chilo che tre settimane fa la davano per indebolita e adesso la bollano come ovvia favorita.
Per lo scudetto. E per la Champions?
Si comincia da San Sebastian contro una Real Sociedad non trascendentale nei singoli ma sfrontata nel gioco. Il che può venir benissimo all’Inter, sempre che l’euforia del derby sia stata smaltita, non semplicissimo.
Ma soprattutto, chi è la favorita per la Champions?
L’anno scorso ho pronosticato Manchester City a settembre, rispettando la cadenza quadriennale del mio pronostico esatto per la Champions che negli ultimi anni si era compiuto solo nel 2015 con il Barcellona e nel 2019 con il Liverpool (molto migliore il mio conversion rate sullo scudetto, dove ho pronosticato il vincitore esatto 20 volte negli ultimi 23 anni, ma sbagliando le ultime 2 edizioni e nel 2015).
E quest’anno la mia favorita è… di nuovo Manchester City. Si sono indebolite Bayern, Real Madrid e PSG, mentre il Barcellona si è rinforzato ma manca ancora qualcosa in fase difensiva. Anche se con Luis Enrique non si può mai sapere, ma davvero dopo aver atteso tanto ora può essere che Guardiola si ripeta subito, vista la consapevolezza di squadra acquisita. A patto però che torni De Bruyne, tuttora fondamentale.
Perché la situazione è talmente livellata che un infortunio o un acquisto a gennaio in più può cambiare la gerarchia. E occhio perché l’Inter non è poi così distante dalle grandi big. Se il cammino proseguirà in campionato, l’autostima in Europa sarà conseguente e ancora più fortificata.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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