Inzaghi aziendalista? I fatti dicono l'esatto contrario

Inzaghi aziendalista? I fatti dicono l'esatto contrarioTUTTOmercatoWEB.com
venerdì 4 giugno 2021, 21:11Editoriale
di Gianluigi Longari

La presa di contatto con il mondo che saranno chiamati a condurre i punti di riferimento di Inter e Juventus è avvenuta in parallelo, in una giornata ricca di evoluzioni tanto sul fronte nerazzurro quanto su quello bianconero. 

Grande aspettativa soprattutto sul fronte milanese, con l’annuncio di Simone Inzaghi che ha dato il via ad una sequenza di incontri fiume che ha consentito al nuovo allenatore dell’Inter di prendere possesso della sua nuova realtà professionale, contribuendo a scalfire quell’aura di “aziendalismo” che suo malgrado si portava appresso come retaggio della convivenza prolungata con Lotito ma che di fatto non appartiene per nulla al nuovo punto di riferimento dell’Inter in panchina.

Proprio la sua reticenza nel piegarsi sommessamente alle logiche di mercato (spesso illuminate, beninteso) di Igli Tare ha infatti provocato frizioni che nel corso degli anni sono state poi causa di stagioni ad alto livello e di trofei conquistati anche a fronte dello strapotere della Juventus.

Il ruolo di allenatore limitato al campo sta stretto a Simone Inzaghi, che invece ama prendere parte alle decisioni in maniera fattiva, un po’ come accaduto nel caso di Acerbi: fortemente voluto a Roma dal tecnico ed affermatosi alla stregua di uno dei difensori con il rendimento più importante dell’intero panorama nazionale.

Una scelta voluta prima e difesa poi con estrema forza, suffragata e rinforzata anche dai dati di fatto. Come dimenticare poi le discussioni, a volte anche spoilerate da video che hanno fatto il giro dei social, con il Presidente Lotito che cercava di imporre la sua supremazia decisionale? Un ulteriore indizio di una manifestazione di carattere totale da parte di un allenatore sottovalutato dai palati fini della critica nerazzurra, ma tutt’altro che arrendevole nella difesa delle proprie idee anche a fronte dell’opportunità professionale che si potrebbe rivelare come quella più importante della sua carriera.

A questo proposito, i patti ed i programmi sono stati fin troppo chiari ed è quasi ridondante ripeterli di nuovo. Il sacrificio di un big è parte in causa del pacchetto che è stato sottoposto all’allenatore prima di attendere una decisione favorevole e che, come tale, gli ha fatto accettare i pro ed i contro di questa avventura.

Certamente difficile e stressante, ma altrettanto sicuramente stimolante al punto da spingerlo a chiamare personalmente il simbolo dell’Inter Romelu Lukaku e di coinvolgerlo con il suo entusiasmo. La dichiarazione d’intenti dell’MVP della passata stagione vale come biglietto da visita, per un allenatore che sarà chiamato a stupire e che muore dalla voglia di iniziare a farlo.