Dzeko non ha smesso di essere il faro dell'Inter. E a Udine tirerà ancora lui la carretta
E’ arrivato per cercare di far dimenticare ai tifosi quel Romelu Lukaku scappato da Appiano quando nessuno se lo aspettava: Edin Dzeko è sbarcato a Milano con questa enorme responsabilità che però, ad uno come lui, non ha creato nessuna particolare pressione. Quando parliamo di Dzeko discutiamo di un campione che in carriera ha segnato quasi 400 gol portando a casa campionati e coppe in Germania, Italia e Inghilterra, con titoli di capocannoniere sia in Serie A che in Bundesliga. Edin Dzeko sa cosa vuol dire stare lì in alto, conosce l’ebbrezza della vetta ma non ne subisce la vertigine e, per questo motivo, è in grado di gestire situazioni difficili senza perdere l’equilibrio.
Dzeko è arrivato l’anno scorso per prendere il posto di Lukaku e a conti fatti, complice l’infortunio di Romelu, non ha mai smesso nemmeno in questo inizio di stagione di essere il faro di questa Inter.
Stiamo parlando di un giocatore di 36 anni che nella scorsa stagione è stato il vero punto di riferimento dell’attacco nerazzurro insieme a Lautaro. Alla sua, non più giovanissima età, il bosniaco ha giocato 49 partite andando a segno 17 volte e garantendo alla manovra di Inzaghi tutto l’apporto necessario.
Non si poteva e non si può chiedere di più a Edin che, anche in queste prime partite, ha dimostrato di poter essere d’aiuto alla squadra e, se necessario, di poter dare una scossa positiva nei momenti di difficoltà.
Nel derby Edin ha risvegliato l’animo perso dei compagni con il gol che ha riacceso la speranza nerazzurra, con il Plzen è stato determinante per la vittoria finale: un gol bellissimo e un assist al bacio per la rete del 2-0 di Dumfires, hanno testimoniato che il numero nove nerazzurro può essere ancora prezioso e decisivo nonostante il ritorno di Lukaku e le 36 primavere sulla carta d’identità.
Dzeko è stato il titolare della scorsa stagione e si è dimostrato subito molto adattabile allo stile di gioco di Inzaghi. Edin difende la palla, lotta e fa del dinamismo un suo punto di forza. L’incisività dell’attaccante ex Roma è stata palpabile soprattutto contro il Viktoria Plzen dove la vittoria di squadra ha comunque avuto lui come assoluto protagonista.
Non era un mistero che, in quest’anno di Mondiali invernali, ci sarebbe stato bisogno di tutti. Inzaghi ha subito parlato della necessità di avere due giocatori affidabili per ruolo perché stanchezza e infortuni sarebbero stati lì dietro l’angolo ad aspettare tranquilli il loro momento. Giocare ogni tre giorni, ogni settimana senza pause e senza tempo per allenarsi non è semplice, ogni imprevisto deve essere risolto velocemente senza troppi pensieri. Ecco che il precoce infortunio muscolare di Lukaku ha messo in allarme tutto l’ambiente nerazzurro ma non Inzaghi e, sicuramente, non Dzeko.
Chiaro è che recuperare Big Rom diventa ora fondamentale, il belga sposta gli equilibri e dà soluzioni offensive che pochi altri al mondo sono in grado di garantire al proprio allenatore, ma Edin ha risposto come sempre presente quando c’è stato bisogno di lui e ha mostrato ancora una volta di che pasta è fatto.
Lukaku tornerà dopo la sosta per le nazionali, per Dzeko ci sarà ancora da “tirare la carretta” nella trasferta delicatissima di Udine, poi anche lui potrà rifiatare dando spazio a quel Lukaku a cui ha tenuto sempre il posto caldo e sicuro a cavallo degli ultimi due lunghissimi anni.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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