Colpa dell’Inter (va sempre di moda)

Colpa dell’Inter (va sempre di moda)TUTTOmercatoWEB.com
domenica 26 marzo 2023, 21:26Editoriale
di Gabriele Borzillo

Iniziamo da un assunto del quale sono convinto, al netto di tutte le chiacchiere possibili e immaginabili: l’Inter di campionato funziona peggio, molto peggio, di quella che siamo abituati a vedere in coppa. Di qualunque coppa si parli, specifichiamo. 

La Supercoppa italiana, fino a ieri l’altro organizzata dalla Lega serie A (a proposito, quanti sanno che l’attuale Amministratore Delegato Luigi De Siervo contribuì, braccio di Roberto Zaccaria, alla nascita di Inter Channel su input morattiano?) e giocata tra la vincitrice del campionato e della coppa nazionale del Bel Paese, mica pizza e fichi, mi sembra sia stata sistemata in bacheca. Poi, certo, dipende sempre dal peso specifico che le si vuole dare, alla Supercoppa intendo. Basta un attimo a trasformarla da avvenimento a porta ombrelli, le chiavi di lettura sono molteplici e la memoria labile. 

Bando alle ciance di un trofeo che si decide attraverso la partita secca, non sarà più così dalla prossima stagione, parliamo diCoppa Italia. Vabbè, il cammino non è stato esaltante, Atalanta a parte, di quelli dai su applaudiamo fino a spellarci le mani però,intanto, sempre in semifinale sei, non mi pare cosa da poco, altrimenti smettiamola con coppe e coppette e giochiamo soltanto il campionato. Perché, nella giusta economia di una stagione, contano i trofei vinti: anche quelli non di primo piano, mica sempre si può conquistare lo scudetto. Poi lo so anch’io, avrei tanto voluto avere otto, nove punti in più. Mica venti. Otto, nove, roba alla portata, non un nuovo miracolo italiano.

Argomento coppe, capitolo Champions. Qui non raccontiamoci balle: il percorso è stato esaltante. Un girone impossibile - inutile fare gli sboroni oggi, forse uno su cento pensava di buttare fuori Barcellona o Bayern – superato con quattro partite di grande intensità, le due coi catalani e le due con i cechi di Plzen, a me per la verità non è dispiaciuta neanche la prestazione di Monaco, discreto turnover e arbitraggio al limite dell’ironico per fortuna ininfluente. L’ottavo col Porto, contro una squadra con tanti detrattori gnegnegne ma che negli ultimi anni ha eliminato tutte le italiane incontrate, alla faccia dei gnegnegne, ha mostrato un gruppo coeso, capace di soffrire quando necessario, con qualche inevitabile pecca ma tanta grinta e voglia di vincere. Certo, noi ricordiamo gli ultimi tre minuti del ritorno: ma i 92 precedenti? Due tiri in porta dei portoghesi. Novantadue minuti, due tiri in porta e stiamo a menarcela? Scherziamo? 

Quindi, se qualcuno oggi dovesse chiedermi sei fiducioso per lecoppe risponderei sì, senza pensarci un secondo. Che non vuol dire vinciamo tutto: significa giochiamo, abbiamo dimostrato di saperlo fare.

Alla fine dei conti rifletteteci anzi, riflettiamoci: sarà crisi Inter, le cose non andranno benissimo, avremo dilapidato un mucchio di punti con prestazioni al limite del pessimo. Però siamo ancora vivi, siamo ancora lì, siamo ancora a soffrire e godere per un mese, quello che ci aspetta, d’altri tempi. 

Avanti l’Effecì.

Alla prossima.