Burocrazia portami via. Intanto ricominciamo da Empoli, l’ennesima tappa fondamentale

Burocrazia portami via. Intanto ricominciamo da Empoli, l’ennesima tappa fondamentaleTUTTOmercatoWEB.com
domenica 23 aprile 2023, 11:27Editoriale
di Gabriele Borzillo

L’Inter rinnova vicinanza e sostegno a Romelu Lukaku e, aperte virgolette “manifesta il grande dispiacere nel prendere atto che la vittima è diventata l’unico colpevole”. Mi piace iniziare l’editoriale con il comunicato della Società riguardo la storia, mesta e grottesca, di Romelu. La federazione calcistica nostrana aveva perso l’ennesima occasione, peccato: certo, si sono palesati i burocrati di turno spiegandoti che il regolamentino dice una cosina e, quindi, se infrangi l’articolino non si può cambiare giudizio. Tutto giusto, tutto perfetto. Poi c’è una seconda interpretazione, semplice eppure complicata per qualcuno: come mai, parlo di Champions League e amichevoli internazionali, non del torneo estivo tra lidi di una qualche riviera, quando Romelu segna a Lisbona o con la maglia della propria Nazionale in Svezia ed esulta nello stesso, preciso, identico modo gli arbitri, internazionali entrambi, mica quelli che prendi all’oratorio perché dai, fallo tu che non c’è nessuno, non pensano nemmeno lontanamente di estrarre il cartellino giallo? Non vale rispondere…ehhhh, ma la sera della semifinale a Torino il direttore di gara (a trenta metri, in mezzo a una bolgia infernale) ha sentito il calciatore, sommerso dai suoi compagni, dire “muti” aizzando la folla avversaria o, peggio, ha letto il labiale mentre il calciatore gli dava le spalle, roba da superpoteri, in questo caso mi taccio. A chiudere un triste episodio che non avrebbe portato giovamento fuori dagli italici confini e nemmeno alta considerazione del nostro universo pallonaro, forse stava bene così salvo poi lamentarsi se la serie A viene venduta a prezzi risibili rispetto ai maggiori campionati europei, ci ha pensato il Presidente Gravina. Diamo un messaggio vero, forte, qualcosa di mai fatto prima. Così sospende la squalifica, imbarazzante per il mondo intero, di Romelu: una lezione di serietà dalla quale apprendere, all’interno della stessa Federazione in primis e non solo.

Ma torniamo al calcio giocato, non scritto o dettato da regoline e regolette varie.

Oggi a pranzo, tra un boccone di pasta al forno e l’altro, si gioca. Ad Empoli, campo fastidioso dove raramente siamo andati a passeggiare. Ed è l’ennesima partita importante, l’ennesima ultima spiaggia per provare a rincorrere quel quarto posto tanto agognato. Non mi metto a far di conto, a ricoprire il ruolo di commercialista di noialtri con laurea in arte del gelato alla stracciatella, buonissimo: però la situazione economica ci dovrebbe spingere alla conquista dei tre punti in vista di un prossimo futuro. Ovvio, oggi mi godo la semifinale Champions strameritata, mi godo l’Inter di coppa cazzuta e tosta, compatta e unita, la bellissima copia della sorella balbettante nel torneo indigeno. Ma il torneo indigeno va giocato, piaccia o meno. Quindi non dico lo stucchevole vorrei tanto vedere la stessa squadra di mercoledì, trito e ritrito, perfino abusato negli ultimi due giorni: mi basterebbe osservare un filo di quella cattiveria calcistica, di quella abnegazione, di quell’aiutarsi reciproco che fa la differenza. Al netto di sconfitte o pareggi del tutto immeritati, una maledizione se volete ma, quando certi risultati si sommano, ok la maledizione però qualche colpa, nemmeno troppo qualche, ce l’hai: l’Inter ha sofferto di attacchi abulici spesso, mostrando svogliatezza, titubanza, insicurezza. Eppure, siamo storicamente una squadra di pancia noi, di grinta, di agonismo. Siamo sempre e da sempre così. I nostri eroi, tralasciamo Ronaldo il Fenomeno, sono i Lothar, gli Zamorano, i Boninsegna, i Picchi, gli Ince, i Berti e via così, leader puri, gente decisa, risoluta, determinata, pronta a trascinare la folla, ad accendere il ruggito di una tifoseria che ama come poche altre al mondo i propri colori. Ecco, vorrei gustarmi la pasta al forno guardando la mia Inter: no, ripeto, non chiedo addirittura quella di coppa, mi basta l’impegno e il rispetto per i colori. Nulla più. 

Alla prossima.