All’Inter è il momento delle parole

All’Inter è il momento delle paroleTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 6 maggio 2021, 19:42Editoriale
di Lapo De Carlo

Non so se ve ne siete accorti ma dopo la conquista dello scudetto hanno parlato tutti.
Nel giro di 48 ore hanno rilasciato dichiarazioni Zhang, Conte, Marotta, Ausilio, Moratti (per quanto da esterno) e persino Zanetti, mai tanto netto nelle sue esternazioni come ieri.
Hanno tutti detto delle cose importanti, esprimendo senza filtri, in modo sorprendente dei concetti pieni di significati, quasi a voler esternare cose tenute in corpo per troppo tempo.
Zhang Jindong ha fatto un discorso quasi programmatico ma ministeriale e da prendere con cautela, perché dopo quello che è accaduto in questi mesi non si può assecondare ogni cambio di rotta come fosse quello definitivo.
Non conoscevamo le vere intenzioni di Zhang prima e si possono solo intuire adesso.
Il vicepresidente Zanetti lo ha confermato dicendo apertamente: “"È vero che a metà stagione il club poteva essere venduto. Ha attraversato e sta attraversando grandi problemi finanziari. Non siamo gli unici ma è vero: come società dobbiamo ancora migliorare” e ha chiuso dicendo: “"I problemi finanziari continuano. E potrebbero volerci un paio d'anni per ritrovare l'equilibrio”.
Ausilio ha parlato di Conte annunciando una serie di incontri che verranno organizzati lontani dai riflettori, quasi a preludere che ci potrebbero essere possibili incrinature, questo perché lo stesso Conte ai microfoni delle “Iene” ha proprio risposto a domanda precisa sulla sua permanenza: “Ci godiamo lo scudetto, poi vediamo le scelte, scegliamo le cose migliori per Inter", la domanda gli è stata ripetuta e lui ha risposto con la medesima affermazione, tanto per ricordare che molte cose devono ancora essere chiarite.
La realtà dei fatti è che per tutelare il silenzio sulla possibile partecipazione alla Superlega (della quale sempre Zanetti ha dichiarato nettamente che si è trattato di un errore) e preservare la serenità della squadra per l’obbiettivo scudetto, si è scelto di tamponare i problemi, mettere pezze e rinviare chiarimenti e soluzioni.

 
Non si può nemmeno pretendere che dopo la tempesta mediatica, le voci fuori controllo senza la presenza fisica di Zhang, le illazioni, i pettegolezzi e le notizie da una parte di stampa più attenta a tratteggiare burroni, le trame politiche ed economiche di Suning, gli stipendi in ritardo, le difficoltà oggettive del club non lasciassero strascichi sui protagonisti che nel club hanno dovuto affrontare la questione.
Il futuro dell’Inter verrà deciso in questi giorni, con il Campionato ancora in corso ma già deciso e il vantaggio costruito in casa di poter almeno affrontare i problemi non più con una reclamizzatissima riunione, in una villa in fretta e furia per l’incredibile brevità (un solo mese) tra la fine di una stagione e l’altra. Questa volta l’Inter ha molto più tempo, paradossalmente anche più certezze, ma anche la consapevolezza che la crisi economica andrà avanti e, se non si potrà contare su investimenti importanti per poter competere con i club più importanti in Europa, si dovrà almeno avere una comunione di intenti all’interno del club, con certezze sulla continuità o meno di Suning, una maggiore presenza del presidente e meccanismi interni molto più efficaci.
Il primo che dovrà avere risposte nette è Antonio Conte, il quale ha interrotto solo apparentemente e per pochi mesi le sue perplessità. Aveva già agitato la scorsa stagione la “minaccia” di un addio prima del tempo all’Inter ma abbiamo anche imparato a conoscerne la comunicazione vivace e una determinazione feroce che lo porta a mettere in gioco costantemente anche i rapporti con le società con cui collabora, spesso per sferzare, altre per odio verso l’ambiguità.
Ecco, l’Inter non può permettersi nessuna indeterminatezza, nessuna zona grigia, specie ora che ha una macchina da corsa che funziona a prescindere dagli eventi che la circondano.
Amala