BAR ZILLO - Tanto tuonò che, alla fine, non piovve

BAR ZILLO - Tanto tuonò che, alla fine, non piovveTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 1 settembre 2021, 07:45Bar Zillo
di Gabriele Borzillo

Tanto tuonò che, alla fine, non piovve. Ma niente proprio. Insomma, vado diligentemente a riprendere le discussioni di giugno e, cribbio (cit.), mi rendo conto di quanto fossimo stati prossimi al giudizio universale, alla fine di tutto, a organizzare le trasferte a Paderno Dugnano o Sesto San Giovanni. Intendiamoci, ci sarei andato ugualmente, i colori sono sempre i colori e non si cambiano, mai, però per l’Inter si prospettava una fine ingloriosa, il famoso “ridimensionamentescion” di celentaniana memoria, con rischio acclarato di non lottare mica solo per lo scudetto, quello potevamo scordarcelo, ma addirittura per l’Europa della Conference League, l’ultima fumosa intuizione dell’UEFA e del suo presidente, Ceferin, l’uomo del calcio per tutti e dove chiunque può vincere, altro che Superlega e Superlega.

In sostanza l’Inter avrebbe ceduto chicchessia al miglior offerente, cosa verificatasi in parte perché a Nanchino sono entrati, euro più euro meno, una centottantacinquina di milioni, non potendo comperare nessuno, col fuggi fuggi generale a farla da padrone, con la rosa al completo in fila fuori Viale della Liberazione implorando la cessione. Chiaro, stiamo esagerando ed esasperando la situazione, ma la realtà si discostava non di molto da questa ricostruzione del tutto romanzata.

La partenza di Hakimi, arcinota a chiunque che anche la mia gatta mi chiedeva quando sarebbe approdato a Parigi, la patria per eccellenza del succitato calcio della gente, ha mal disposto la tifoseria verso una proprietà di poca presenza. Quei soldi, però, servivano. Dopodiché l’altra cessione eccellente e del tutto inattesa, quella dell’ex centravanti felice di restare a Milano ma costretto ad accettare la proposta della squadra per cui tifava fin da bambino, sarei stato più contento se mi avessero raccontato di un ingaggio quasi raddoppiato e di prospettive, forse, differenti, ha del tutto minato la scarsa speranza di rivedere l’Inter nei piani alti della classifica.

Al contrario Marotta, Ausilio e Baccin si sono mossi come meglio non sarebbe stato possibile: calcolando, soprattutto, il budget piuttosto scarso sul quale fare affidamento, oltre al ridimensionamento, questo sì, del monte ingaggi, tagliato in maniera opportuna e secondo le regole dettate da Suning.

Oggi l’Inter gioca un bel calcio, è una delle favorite al successo finale, può passare il girone Champions non in carrozza ma in semi-tranquillità. Inzaghi sta cercando di costruire il suo gruppo, il gruppo cerca di aiutare Inzaghi e si riunisce settimanalmente per rinsaldare i rapporti che sono ottimi tra le varie anime della rosa, la dirigenza italiana è al fianco del gruppo. Tutti lavorano per tutti, nessuno rema contro.

Non è fantasilandia, è l’Inter del primo settembre 2021.

Alla prossima.