BAR ZILLO - Lasciare andare Marotta è un peccato mortale
Nessuno ha intenzione di sminuire, ma nemmeno deve passare per l’anticamera del cervello, il grande lavoro di Antonio Conte, capace di raddrizzare il timone della nave dopo una partenza a singhiozzo, se vogliamo dipendente anche da qualche sua scelta non proprio ottimale ma solo i grandi allenatori capiscono e tornano sui loro passi, prima di Conte ricordo Josè e il suo 433 non funzionale abbandonato ben presto per tornare alle origini, a ciò che gli aveva lasciato in eredità Roberto Mancini. E nessuno si deve scordare di un vecchio cuore nerazzurro, stimatissimo da Antonio Conte e attualmente seduto in panca al suo fianco, Lele Oriali.
Perché loro sono quelli, insieme al resto dello staff a cominciare da Pintus, più direttamente coinvolti nel lavoro sul campo, più vicini alla squadra. Poi, però, c’è chi la nave la deve armare e, in mancanza della proprietà per i noti problemi pandemici - sinceramente non credo all’assenza di Suning dettata da chissà quali problematiche esistenziali ma è una mia supposizione - ecco emergere la figura di un uomo che è stato, in questo lungo periodo, La Società (maiuscolo per rispetto). Di nome fa Giuseppe, cognome Marotta, amministratore delegato nerazzurro e factotum dirigenziale: intendiamoci, a Marotta riferiscono personaggi di primo piano, cominciando da Antonello, oltretutto per la stragrande maggioranza sono italiani coloro che coprono cariche dirigenziali di alto livello e non è un caso.
Ecco, a fianco del prolungamento di contratto per Antonio Conte Suning non deve, non dovrebbe, proprio deve, evitare in ogni modo che Beppe prenda direzioni diverse da quelle nerazzurre. La domanda mi sorge spontanea: chi sarebbe stato capace di gestire una situazione così complessa come ha fatto Marotta? Chi potrebbe avere il peso specifico dell’attuale amministratore delegato nelle complesse trattative per i rinnovi in corso o, in alternativa, per il mercato che dovrà essere? Il calcio, badate bene, è pieno – proprio proprio pieno non so, facciamo pienino – di ottimi dirigenti, professionisti indiscutibili di talento. Ma Marotta è Marotta, non c’è nessuno attualmente in grado di prenderne il posto senza scatenare un leggero terremoto: poi, per carità, abbiamo visto tutto e il contrario di tutto nella nostra vita da tifosi. Ma oggi, con la squadra che sta cercando di tornare là dove gli compete beh, lasciarsi scappare Beppe Marotta sarebbe un peccato. Mortale.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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