BAR ZILLO - La facile ironia sui milioni spesi per Lukaku. Ora più difficile
Tempo addietro, all’arrivo di Romelu Lukaku in Italia, molti osservatori si posero una domanda: ma il belga vale tutti i soldi spesi per acquistarlo? Attenzione, oggi è facile fare dell’ironia sulla questione, visti i risultati ottenuti dal gigante di Anversa. Il quale, occorre sinceramente ricordarlo, a Manchester sponda United non è che impressionasse le folle. Colpa di un gioco non adatto alle sue caratteristiche o, forse, di un ambiente mai amato alla follia e che, a sua volta, non lo ha mai pienamente compreso né spalleggiato.
Romelu oggi è di certo tra i cinque migliori centravanti al mondo, con buona pace di Old Trafford. Maturato in maniera esponenziale, punto fermo di un’Inter lanciata alla conquista del suo diciannovesimo tricolore, offre a compagni e tifosi la sensazione di rivestire il ruolo di sole pallonaro attorno al quale ruotano i pianeti. E la crescita di Lukaku ha contribuito, neanche poco, alla crescita di una intera squadra. Oggi i nerazzurri non sono più quell’insieme di buoni pedatori a volte slegati, a volte capaci di grandi imprese. Sono un gruppo forte, unito più che mai, coeso come non si vedeva dai tempi di un tale amato e osannato dalle folle nerazzurre, José Mourinho da Setubal, con Antonio Conte pronto a ereditare lo scettro dell’ultimo re della Milano bauscia.
Oggi, e certo che sì, il valore meramente economico di Romelu supera decisamente i cento milioni: qualcuno, raccontano, si è anche mosso per contattarne l’entourage, trovando la porta sbarrata. L’impennata del belga ha trascinato con sé altri calciatori nerazzurri: è il caso, lo è, di Lautaro Martinez, clausola rescissoria da 111 milioni, nessuno li ha da dare in questo momento, ormai pronto a scalare le vette degli attaccanti fuori dal comune, consacratosi definitivamente sotto l’ala protettrice di Lukaku, valore di mercato oltre settanta milioni di euro. E non parliamo di Bastoni, buon compleanno, forgiato da Antonio Conte e passato, parliamo di vil denaro al mercato del calcio, dai trenta milioni all’atto dell’acquisizione delle sue prestazioni agli attuali sessanta, non un euro di meno. Oggi l’Inter vale circa 750 milioni di euro, incremento del valore d’impresa del 42% , quattordicesimo club europeo in forte ascesa con Atletico Madrid e Borussia Dortmund nel mirino.
Perché Antonio Conte da Lecce, insieme ai difetti, ha una lunga sfilza di pregi: in primis quello di saper trasformare in oro i suoi giocatori, i suoi fratelli piccoli come ama definirli.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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