BAR ZILLO - L'Inter non parte dalla seconda fila in Serie A. Gli altri cos'hanno fatto?

BAR ZILLO - L'Inter non parte dalla seconda fila in Serie A. Gli altri cos'hanno fatto?
giovedì 19 agosto 2021, 16:34Bar Zillo
di Gabriele Borzillo

C’è un motivo per cui dal mio personalissimo punto di vista, opinabile quanto volete proprio perché semplice opinione, l’Inter non parte in questo campionato dalla seconda o terza fila. Anzi a ben vedere, se non la vogliamo collocare in pole position per una questione puramente scaramantica o perché, purtroppo, ha dovuto sacrificare un paio di pezzi pregiati sull’altare solito del mettiamo a posto i conti, in questa ipotetica griglia di partenza possiamo collocarla proprio lì, accanto a Madama bianconera, a pochi millesimi, e per pochi intendo davvero pochi. Guardate, il mio non è un discorso imperniato sul siamo propositivi a tutti i costi, anche di fronte all’evidenza. Ma, se penso al campionato scorso, al distacco enorme col quale abbiamo vinto, alla facilità di dominare tutto e tutti, qualche domanda me la pongo. Ad esempio: noi dovevamo vendere, lo sapevamo tutti e mo’ anche basta piangersi addosso. Gli altri però, ditemelo voi che io non capisco una mazza e forse mi son perso dei pezzi per strada, cos’hanno fatto? Perché, a ben vedere, non ricordo di aver letto dell’arrivo imminente di Neymar, Mbappé, Messi (quello lo hanno proiettato sul Duomo, pare, ma appartiene alla trovata assai poco geniale di qualche buontempone), Harry Kane, Lewandowski o aggiungete voi chi volete.

I nostri diretti rivali hanno: alcuni acquisito i servigi di un nuovo allenatore oltre a un ottimo centrocampista ma non cambia il volto della squadra, altri perso pezzi pregiati a zero rimpiazzandoli ma i nuovi varranno quelli partiti? Perché questo mi chiedo. Altri ancora sono fermi immobili, contando sul fatto che noi abbiamo perso, per moltissimi osservatori, perlomeno una quindicina di punti dall’anno scorso. Altrimenti non si spiega tutto questo avvicinamento, le dirette avversarie non hanno acquisito tanto brillantemente da colmare un gap di dodici punti dettati più da una partenza a rilento nostra, con relativa eliminazione da tutta l’Europa, sfigata quanto volete ma nelle casse e nell’almanacco c’è scritto eliminata, non che sfiga, che non dalla loro reale forza d’urto.

Sì, sarà complicatissimo, mica mi nascondo. E, forse, non ci ripeteremo. Nessuno di noi ha certezze, anche chi ripete di averne, nel calcio le certezze non esistono: abbiamo perso tre grandi calciatori e un ottimo allenatore? Ne sono rimasti otto della prima squadra, un paio campioni d’Europa, altri con la consapevolezza del cammino compiuto nella stagione del diciannovesimo. Io mi attacco a loro, al loro carattere, alle sicurezze costruite con l’affiatamento e le indubbie capacità. Soprattutto, mi attacco alla loro voglia di dimostrare che tutti sono necessari, nessuno insostituibile. Né Hakimi, né l’ex centravanti, né l’ex allenatore.

Alla prossima.