BAR ZILLO - Il ricordo di Gigi Simoni. Uomo da Inter, non solo "si vergogni"

BAR ZILLO - Il ricordo di Gigi Simoni. Uomo da Inter, non solo "si vergogni"TUTTOmercatoWEB.com
sabato 22 maggio 2021, 12:10Bar Zillo
di Gabriele Borzillo

Ho avuto il piacere e la fortuna di conoscerlo personalmente - non quelle solite chiacchiere da conferenza stampa - nel ritiro del Piacenza, durante l’estate del 1999. Sorridente, gentile, affabile, persona perbene prima di essere allenatore di calcio. Gigi Simoni, nonostante i circa sedici mesi nei quali ha diretto l’Inter, non anni, appartiene alla storia del club nerazzurro come pochi altri e, innegabile, ha costruito un rapporto con i tifosi interisti unico, indissolubile, un amore mai morto e che non morirà mai.

Simoni il gentiluomo, Simoni che entra in campo per urlare tutta la sua indignazione e, udite, grida “si vergogni” verso chi aveva preso una decisione poco comprensibile, usando il lei, perché le persone perbene conoscono l’educazione. E in quel “si vergogni” c’era l’urlo di tutto un mondo, tinto di nerazzurro, convinto di aver subito uno dei più grossi torti calcistici della sua storia, ancora oggi oggetto di discussione. Ma ricordare Gigi Simoni per quel “si vergogni” è riduttivo: Gigi è altro, Gigi è un uomo umile, Gigi rappresenta, come e più di altri, l’immagine di un’Inter fatta da eroi per una notte, Parigi 6 maggio 1998, l’uno al servizio dell’altro, da un gruppo unito come raramente è capitato di vedere in un mondo, quello pallonaro, dove gli interessi dei singoli prevalgono su quelli generali.

L’Inter degli Zamorano, Zanetti, Simeone, Ronnie (io ho visto Ronnie dal vivo, mostruoso), Bergomi, Djorkaeff accanto a Taribo West, Colonnese, Galante e Zé Elias, per non parlare degli altri. Come e più dei tre moschettieri di Alexandre Dumas, uno per tutti e tutti per uno. Il regista era lui, Gigi da Crevalcore, quattordicimila anime in provincia di Bologna, ricordato sempre dai suoi calciatori, mai una parola fuori posto, mai una critica, mai un litigio. E non perché Simoni fosse un santo: semplicemente perché era sé stesso, sempre, senza maschere. Uomo con la U maiuscola. E ci ha lasciati, tu guarda il destino a volte, nel giorno del trionfo di un popolo, quello nerazzurro, che non lo ha mai dimenticato. Ora starà festeggiando, insieme a Peppino, a Mauro, a Mariolino, ad Armando, a tutti quelli che hanno segnato la storia dell’Inter. Perché Gigi è un pezzo della storia dell’Inter.

Ciao Mister.