BAR ZILLO - Giusto prendersela con Inzaghi, ma i calciatori? Ricominciamo dai Lautaro Martinez

Direi che proprio no, continuare a raccontarsi di un’Inter in campionato buona, anche discreta a tratti, più sfigata che altro è, dal mio personalissimo punto di vista, sia chiaro, mistificare la realtà. Che è davanti agli occhi di tutti, ma proprio tutti. Sette sconfitte su ventiquattro partite non sono giustificabili, neanche nei più brutti sogni pallonari: ripetiamo in coro, sette, poco meno di un terzo delle gare disputate. Oltretutto, Roma a parte, ben meritate e senza appello. Cause? Difficile non tirare in ballo le idee di Simone Inzaghi, lui guida la baracca, lui guadagna cifre top, per l’Italia almeno, lui deve spiegare i cali di tensione, la poca inventiva, la reiterazione di determinati comportamenti. Perché per dire siamo dispiaciuti, dobbiamo lavorare (è il 27 febbraio, forse qualcuno all’Inter ancora non lo sa), avessimo segnato noi prima avremmo parlato di altro basto io, anche se onestamente non credo l’avrei mai detto, stiamo parlando delle basi della comunicazione, il vero abc della materia.

Quindi va bene, d’accordo, ci sta prendersela con l’allenatore, vorrei vedere. Ma i calciatori? Perché se è un dato di fatto, e lo è, che chi sta seduto in panchina ha una visione di idea calcistica risicata, sempre uguale, si cambia ruolo per ruolo, mai una volta una in cui si cerchi qualcosa di diverso, va riconosciuto a Simone che in campo non ci va lui. Lui dovrebbe, condizionale, insegnare ai suoi, altrimenti basterebbe chiunque seduto là sopra e non sarebbero necessari supercorsi di alcun genere: poi però, sul prato verde, quali potrebbero mai essere - al netto del mono schema che non esiste altro, suggerirei l’esistenza di valide alternative, provarle ogni tanto non sarebbe male - i torti di chi urla e sbraita dalla panca? Abbiamo capito (quasi) tutti che giocare con tre centrali quando gli altri schierano una punta, a volte nemmeno quella, non aiuta. Ma sarà mica colpa di Inzaghi se chi dovrebbe far girare la squadra caracolla di malavoglia in mezzo al campo. Se c’è chi la gamba la mette poco e malvolentieri. Se c’è chi non corre, danneggiando l’Inter e i suoi compagni. Anche questo va ricordato, al netto delle corrette critiche all’allenatore. Lautaro Martinez ha parlato, ci ha messo la faccia, mentre altri dormivano nello spogliatoio. Bisogna dare retta ai Lautaro Martinez. Bisogna ricominciare dai Lautaro Martinez. Il mio capitano. Il capitano dell’Inter. Perché, per essere capitani, non basta una fascia al braccio.

Alla prossima.