BAR ZILLO - Gioacchino, piacere di conoscervi

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lunedì 30 agosto 2021, 14:46Bar Zillo
di Gabriele Borzillo

Ora non aspettiamoci il novello Maradona o l’erede di Leo Messi. Joaquin Correa, per gli amici Gioacchino, è Joaquin Correa e basta. No, ci tengo a precisarlo, già vi vedo storcere il naso alla terza partita senza gol. E lo sapevo, e chi è questo, e cosa fa qui, e l’abbiamo pagato un sacco di soldi, Marotta poco capace, Ausilio lasciamo perdere, più l’ennesima serie di frasi fatte che, temporalmente, si ripropongono come l’anticiclone africano nel bel mezzo di luglio.

L’esordio fa ben sperare. Il ragazzo, oltretutto, ha gradito assai la destinazione Inter, rifiutando più di una corteggiatrice: già solo per questo c’è da applaudirlo. Anche perché, strappiamo una pagina di libro cuore che tanto cuore non è, appartiene sempre a quella realtà mica inventata di moda oggi ad Appiano Gentile, coloro che sanno raccontano di proposte economiche ben più vantaggiose di quelle nerazzurre. Però, siccome per qualcuno, pare, guadagnare cinquecentomila euro in meno non cambia la vita quando comunque intaschi tanti soldini, questa è la cifra che sembra, si mormora, si racconta, fosse stata offerta dalla Premier, allora battiamo le mani al ragazzo e teniamocelo stretto. E poi, detto Inter nos, uno che sceglie scientemente di indossare la numero diciannove, pesante parecchio, ha le palle. Già lo stimo solo per questo.

Vorrei fossero ricordate le cose scritte qui, soprattutto quando il ragazzo attraverserà il classico momento di crisi, succede a chiunque compresi i migliori. Vorrei, insomma, che i soliti mugugni si trasformassero in incitamenti, per lui come per tutto il resto della squadra. Lo sapete meglio di me, non è facile ripartire avendo perduto il condottiero e due leader in campo, ciò indipendentemente da quanto hanno fatto gli altri. C’è un nuovo comandante, un nuovo modo di vedere e leggere calcio, nuovi compagni che vanno inseriti gradualmente - la paura di bruciarsi esiste, non raccontiamo balle – nuovi avversari guidati da totem della panchina. Pensiamoci se succederà di andare sotto e non riuscire a trovare il bandolo della matassa. Pensiamoci, se vogliamo essere un tutt’uno con chi in campo ci va davvero: noi non possiamo lanciarlo o coprirlo quando avanza. Però possiamo fargli sentire il nostro affetto, il calore, l’amore per i nostri colori. E che cazzo, mo’ divento pure patetico. Comunque il sunto è: Joaquin è un gran calciatore, chi lo nega mente sapendo di mentina. Ma non potrà, sempre, cambiare l’esito delle partite.

Intanto piacere di conoscerti.

Soprattutto, piacere di esserti fatto conoscere.