BAR ZILLO - A volte meno si parla, meglio è
Molti dicono beh, dai, appartiene al passato, inutile continuare a parlarne. Io invece dico no, non esiste un passato per un club calcistico, esiste la sua storia e i personaggi che l’hanno resa possibile. Presidenti, allenatori, calciatori. Tutti, indistintamente. Così, quando parliamo di Mazzola, Meazza, Boninsegna, Lothar, Nicolino da Parma, gli eroi del triplete o chi volete voi parliamo di Inter, della storia dell’Inter che qualcuno, più d’uno, sarebbe meglio ripassasse prima di chiacchierare sul nulla.
I nerazzurri hanno affrontato un’estate complicata, piena di imprevisti e trappoloni, con poche probabilità di riuscita, con le carte peggiori in mano. Siamo campioni d’Italia in carica, leggendo e ascoltando qua e là mi sembrava, improvvisamente, di essere una neopromossa, alla caccia di un posto al sole, senza scomodare i 576 e qualche episodi della soap opera più longeva prodotta dalla televisione italica.
Avevamo un centravanti potrebbe essere il titolo. Cioè, un Signor centravanti lo abbiamo anche oggi, forse un filo datato ma piede sopraffino e cervello calcistico ben oltre la media. Io, però, mi riferisco a ciò che è stato, sempre partendo dal fattarello mica troppo ello che la storia di un club la fanno gli interpreti come spiegato poco sopra. E, soprattutto, mi riferisco a questa voglia non richiesta da parte dell’ex centravanti di esternare. È il periodo dell’esternazione. Che, detto tra noi, non si riesce a capire il motivo per cui non passa giorno senza che l’ex numero nove aggiunga perle di conoscenza al nostro sapere di poveri stupidi. Così, ad esempio, dall’ultima chiacchierata pubblica siamo venuti a conoscenza di:
- l’Inter aveva rifiutato un paio di offerte e non considerava Lukaku in vendita
- Lukaku è andato direttamente nell’ufficio di Inzaghi, perorando la causa della cessione
Intendiamoci, tutto ciò non significa Suning è incolpevole, guai a toccarli, erano impotenti. Non proprio, come dimostra la vicenda Harry Kane. La proprietà ha incassato un bel mucchio di eurozzi, reinvestendone una piccolissima parte, i conti societari sembrano tornare, abbiamo scoperto che esiste un futuro anche senza l’ex centravanti e, perché no, Hakimi.
Adesso, caro Romelu, tu stai a Londra, nella tua squadra del cuore. Noi stiamo a Milano, tifando per il club che ti ha tirato fuori dalla pupù, edulcoro, parole tue mica mie.
Pensa alla Premier. Che a furia di metter toppe finisci per consumare l’abito.
Alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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