Le pagelle di Manchester City-Inter: Acerbi commovente. Lukaku, ultima cartolina horror?

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domenica 11 giugno 2023, 13:45Primo piano
di Redazione L'Interista

INTER (a cura di Luca Chiarini)

Onana 6,5 - Guardiola l'aveva indicato come il giocatore che più l'aveva impressionato di quest'Inter: con i piedi, stasera, mostra quella personalità che nel caso di Ederson sconfina invece in presunzione, e lo proietta in un cono d'insicurezze. Saracinesca giù sul sinistro secco di Haaland nel primo tempo: bravo a tenere la posizione fino all'ultimo. Incolpevole sul timbro di Rodri, e bravo ad andar giù in un amen in opposizione a Foden.

Darmian 7,5 - A prescindere dall'amaro epilogo, la prestazione corona una serata straordinaria. Non sbaglia nulla: non è un'iperbole, ma l'R-X della sua notte. Tanta abnegazione, serbatoio inesauribile: giù il cappello per Matteo. Dall'85' D'Ambrosio s.v.

Acerbi 7,5 - Concettualmente è la gara più semplice della sua stagione. L'obiettivo univoco è francobollare Haaland: in prima battuta gli fa assaggiare i tacchetti, senza eccedere, poi si esalta nei corpo a corpo. Commovente: il fenomeno norvegese non è pervenuto, e il merito è in gran parte suo.

Bastoni 6 - Quasi settanta minuti di stoica resistenza. Il peccato originale sul gol di Rodri è però suo: si sgancia in ritardo, e libera il corridoio per l'incursione di Bernardo Silva. In precedenza si era reso protagonista di un rammendo pesantissimo su Haaland. Peccato. Dal 76' Gosens 6,5 - Incide enormemente nelle sponde aeree: grande impatto.

Dumfries 6,5 - La sua presenza fisica riesce quasi sempre a tamponare l'effervescenza palla al piede di Grealish, e questo è certamente un fattore. Lascia sgomenti qualche scelta in transizione: guida uno dei contropiedi più promettenti dell'Inter nel primo tempo, ma sciupa tutto perdendosi sul più bello. Cresce nella ripresa, e propizia con una sponda aerea l'occasione clamorosa per Dimarco. Dal 76' Bellanova s.v.

Barella 6 - Come per Onana, la parola d'ordine è personalità. Ne ha da vendere, lui che a questi palcoscenici è ormai abituato. Sbaglia qualche scelta, come tutti: è lo scotto da pagare per lo sforzo profuso in fase di non possesso.

Brozovic 6,5 - Apre e chiude la cerniera con abilità metodiche nel primo tempo. Un buon governo in regia che dà copertura e soluzioni d'appoggio in palleggio. Fino all'intervallo, è il migliore assieme ad Acerbi. Poi le difficoltà si moltiplicano, ma la qualità resta pressoché intatta.

Calhanoglu 5,5 - La trasformazione di Hakan sta anche nella contraddizione della sua serata: meglio nei contrasti che nei ricami. Tanto nerbo, ma anche parecchia confusione quando avrebbe modo di far propagare le ripartenze una volta riconquistata palla. Dall'85' Mkhitaryan s.v.

Dimarco 6,5 - Sfortunato sul gol di Rodri: scivola al momento del tocco in verticale per Bernardo, ma l'errore in quel frangente lo commette Bastoni. Buon lavoro in anticipo e iellato su quella traversa che ancora grida vendetta.

Lautaro 5 - Si sbatte come non mai: un'emorragia d'energie che paga quando si ritrova a sfoderare gli artigli. L'asse con Dzeko non decolla, e fino all'intervallo non arriva nemmeno ad accarezzare l'idea di impensierire Ederson, se non su un'incertezza del brasiliano del tutto episodica. Quando ne ha l'opportunità, dopo l'intervallo, spreca la miglior chance di tutto l'incontro per l'Inter.

Dzeko 5,5 - Lampi di classe distillati pochi, corse a ritroso per aiutare in fase difensiva in quantità ben superiori alla media. Non è la partita ideale per Edin, e usiamo un eufemismo, ma lui sa adattarsi con tutta l'umiltà del campione. Dal 57' Lukaku 5 - Sbaglia tutto quello che può, fino all'urlo strozzato in gola al novantesimo. Rischia di essere la sua ultima cartolina in nerazzurro.

Simone Inzaghi 6,5 - Questa Champions resterà comunque nella leggenda. E stasera gli si può imputare ben poco: il City domina il palleggio, ma la sua Inter meritava ai punti. Da stasera si può e si deve ripartire. Con Simone.

MANCHESTER CITY (a cura di Patrick Iannarelli)

Ederson 7 - Nel primo tempo gioca con l’atteggiamento di chi è al campo della parrocchia, poi si fa perdonare con un intervento decisivo su Lautaro. E nel finale, fortunato o meno, s'inventa la parata che vale la coppa.

Akanji 6,5 - Il mancino dalla distanza fa correre un brivido lungo la schiena a tutta la Milano nerazzurra, poi sbaglia due letture difensive semplicissime: Lautaro lo grazia.

Dias 8 - Gioca una gara tatticamente perfetta: comanda la difesa, respinge gli assalti, imposta da dietro quando i centrocampisti sono marcati a vista. Le sbavature nemmeno si notano. 

Aké 7,5 - Meno appariscente rispetto al compagno di reparto, ma parecchio efficace. Non sfigura nemmeno con la difesa a tre.

Stones 7 - Piazzato davanti la difesa gioca un calcio d’altri tempi. Chiude tutto e tutti, dà fastidio all’Inter, prova pure ad imbucare. Dall’82’ Walker s.v.

Rodri 8,5 - E’ l’uomo dai gol pesanti. E’ l’uomo in più, altro che equilibratore. E scarica in rete il pallone che regala ai citizens la prima Champions League.

Bernardo Silva 7 - Quando accelera fa male, ma è parecchio nervoso rispetto al solito. Si accentra spesso, ma va a corrente alternata. Alla fine dei conti però il pallone del gol decisivo parte dai suoi piedi. 

De Bruyne 5,5 - Gioca col freno a mano tirato, il centrocampo nerazzurro lo limita parecchio. Manca la lucidità, esce a causa di un problema fisico. dal 36’ Foden 5,5 - Il tiro per il possibile 2-0 è un passaggio a Onana. Fa parecchia fatica, ma il talento non si discute.

Gundogan 5,5 - Brozovic gli sporca diversi palloni, rischia il giallo in due occasioni ma Marciniak lo grazia. Non è decisivo come nel derby di Fa Cup.

Grealish 5,5 - E’ in serata Barella (versione negativa): sbraccia, si lamenta, perde parecchi palloni. Anche qui il talento c’è, ma a volte lo dimentica a casa.

Haaland 5 - Era l’uomo più atteso, ma Acerbi lo limita in tutte le maniere possibili (e a turno il duo Dimarco-Bastoni). Ha segnato tanto, stasera però è un'altra storia. 

Pep Guardiola 7 - Ha rischiato, non ha giocato il solito calcio, ma alla fine ha vinto. Doveva essere un massacro, l’Inter ha limitato il City. Ma non è bastato. E si è inventato il delitto perfetto.