Lautaro è ripartito. E sarà fondamentale nell'inseguimento alla seconda stella
Quattrocentonovanta giorni. Tanto è passato dall'ultimo gol in Champions League di Lautaro. Il Toro ha rotto il proprio digiuno europeo nello stadio più affascinante, Anfield, e nelle condizioni più ostiche possibili. Un lampo che ha squarciato il muro eretto dagli omoni in maglia rossa, e che ha regalato per una manciata di minuti un'illusione di quelle che a Milano non si assaporavano da un po'.
Un sogno proibito ed effimero, perché la sciocchezza di Sanchez pochi minuti più tardi ha lestamente riportato i nerazzurri sulla Terra. Resta però un campionato da conquistare, per il secondo anno consecutivo, e dai gol di Lautaro non si può prescindere. Non più. L'argentino ha scaricato tutto il veleno accumulato nelle lunghe settimane trascorse nelle secche tra gennaio e febbraio ed è tornato a ruggire: la tripletta contro i granata non era sufficiente a corroborare i sospetti sulla vena ritrovata, ma la gemma di Anfield non può che certificare il ritorno di Lauti al centro del villaggio.
Può - e deve - essere un nuovo inizio. In questo rush finale l'Inter concentrerà ogni grammo d'energia sul campionato, come non aveva mai potuto fare in questa stagione, con il solo intermezzo della semifinale di Coppa Italia con il Milan ancora da disputare. Con questo Lautaro è lecito sognare in grande e smorzare il pessimismo indotto dagli allarmanti passi falsi pre-Salernitana. Per l'ex Racing è un momento topico: farsi carico di queste responsabilità, e provare a trascinare l'Inter verso la seconda stella, è un compito gravoso, ma anche un'opportunità. Per consacrarsi definitivamente, e apporre una firma indelebile su un altro trionfo.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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