Frattesi: "Mai pentito di aver scelto l'Inter, la panchina una crescita. Inzaghi è stato bravo"

Davide Frattesi è ufficialmente il dodicesimo uomo dell'Inter quest'anno. Nell'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, il centrocampista nerazzurro ha raccontato l'impatto avuto alla prima stagione sotto la guida di Simone Inzaghi rivelandone un segreto in particolare, senza dimenticare il fattore spogliatoio e il sogno seconda stella. Partendo da una statistica strappa consensi per un giocatore come non parte spesso titolare: "Un gol ogni 224’ in tutte le competizioni? Ci credo sempre, mi butto: mi esalta più rubare una palla di forza che segnare, ma è sempre bello far gol. Ancora più bello vedere una squadra in cui tutti sono coinvolti".

La chiave sta anche, ha rivelato l'ex Sassuolo, nella guida sapiente del tecnico di Piacenza: "Inzaghi è stato bravo a non 'perdere' nessuno: anche quando giocavano sempre gli stessi, veniva a parlarci, a motivarci. Ti fa sentire importante, è questo che conta".

Lei è un caso unico di titolare in nazionale che diventa riserva nel club: come si vive?

"Non pensavo mica di essere titolare subito. Sarebbe stato stupido anche solo pensarlo e poi il 100% dei centrocampisti di A qui non giocherebbe mai titolare. La panchina la vivo come una cosa normale, un’occasione di crescita, anche perché farlo in maniera diversa sarebbe controproducente. Non mi sono mai pentito di aver scelto l’Inter".

Ma non è frustrante trovarsi davanti Micki- Calha-Barella?

"No, è uno stimolo. Io mi sento un centrocampista moderno, intenso, ma devo fare il mio percorso: se voglio puntare a essere un titolare in futuro, bisogna migliorare in costruzione. Il modello è Barella: era un incursore, una mezzala offensiva, ma col lavoro è migliorato tantissimo nella gestione della palla. Ecco, io devo fare lo stesso".