Calhanoglu: "Sono il miglior regista al mondo? Sì, vi spiego perché. Ecco dove posso migliorare"

Calhanoglu: "Sono il miglior regista al mondo? Sì, vi spiego perché. Ecco dove posso migliorare"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di www.imagephotoagency.it
giovedì 22 febbraio 2024, 11:11Primo piano
di Marco Corradi

Hakan Calhanoglu interviene ai microfoni di DAZN con un contenuto ad hoc dal titolo "Calha, si gira!", e ribadisce la sua posizione riguardo al ruolo di regista: "Tutti ridono di me perché mesi fa ho detto che sono tra i migliori registi del mondo. Nessuno mi ha creduto, ma io credo in me stesso: conosco le mie qualità e non ho paura di nessuno". 

Ti elenco cinque nomi che giocano in quella posizione, mi fai la tua personale top-5?

"Hakan Calhanoglu al numero uno, poi Rodri, Toni Kroos, Kimmich ed Enzo Fernandez". 

Perché ti senti il più forte di tutti?

Perché i gol che faccio e le occasioni offensive che creo, non le crea nessuno di loro. Io segno sempre da 25-30m, con punizioni o cose difficili. Non le ho mai viste fare da loro, è una mia caratteristica unica. Tutti sono bravi a gestire, ma fare passaggi da cinque metri non mi piace. Io cerco sempre il passaggio finale, per avere più chances di segnare. Darla sempre a destra o sinistra, per fare tanti passaggi, non mi serve".

In cosa puoi migliorare?

"Ora gli avversari cercheranno di marcarmi uomo contro uomo, come nel primo tempo a Roma. Ero in difficoltà. Devo fare più spazio ed essere più intelligente in queste situazioni, ma con Barella e Mkhitaryan che mi aiutano ci riusciamo. Poi in fase difensiva sono cresciuto ma devo migliorare, analizzo i video con lo staff e commetto ancora degli errori".

Migliorare comprende anche il vincere tanti titoli...

"Certo. Questo è sempre l'obiettivo di un giocatore".

Cosa significherebbe vincere lo scudetto della seconda stella? E farlo prima del Milan...

"Io non guardo a questo. Ognuno pensa alla sua squadra, noi pensiamo solo a noi stessi e a come ottenere quel risultato".

Quest'Inter può ripetersi in Champions?

"Noi lottiamo per tutto, certo che l'Inter ha sempre un obiettivo e noi ci siamo".

A cos'hai pensato quando Simone Inzaghi ti ha chiesto di fare il regista? Al Milan non l'avevi fatto bene...

"Al Milan non ero pronto, quando è successo qui lo ero. Ho detto subito sì al mister, perché volevo mettermi alla prova. Quando hai l'età giusta cambiare posizione ti pesa meno, è stato un momento fondamentale nel mio percorso. Il lancio a Dimarco contro la Juventus? Io cercherò sempre in campo questo tipo di passaggi, non mi piace gestire sempre. Mi piace verticalizzare subito, giocare veloce perché abbiamo giocatori che vanno in profondità. Qui avevo già visto Dimash che correva prima di ricevere il pallone, i miei compagni sanno che questi palloni arrivano. Purtroppo Marcus non ha segnato ma è stata una buona azione".

Tu sapevi già che lì c'era Dimarco, è l'emblema di come giocate. Sapete già in anticipo i movimenti, è tutto codificato.

"Conosciamo le nostre qualità. Ora siamo insieme da tre anni e ogni anno ci conosciamo meglio. Loro conoscono le mie qualità, io conosco le loro e in campo si vede".

La sensazione è che tu ti diverta a fare scivolate e tackle.

"Sì, mi piace ed è meglio se prendo il pallone. Mi piace correre e lavorare, credo che se sono diventato così importante è perché ho fatto tanti sacrifici. Mi diverte fare queste cose".

Non si è ancora parlato dei rigori, come li tiri?

"Questo è un segreto". 

C'è la sensazione che si parli poco dei meriti di Inzaghi.

"Io ne parlo sempre bene, lui mi ha chiamato per venire qui dopo l'Europeo. Lo ringrazio. Poi mi ha messo in quel ruolo. Merita, è una persona che non parla tanto ma ha un cuore caldo con i giocatori. Sa come porsi. Se guardiamo la nostra strada dal primo anno abbiamo avuto una grande crescita insieme, lo sappiamo anche noi calciatori".

Ti menziono cinque fenomeni nel tuo ruolo e mi dici cosa ruberesti a ognuno di loro: Veron, Busquets, Modric, Xabi Alonso e Pirlo.

"Veron voleva sempre vincere e aveva grandi piedi, mi piaceva la sua cattiveria. Busquets? Tecnicamente fortissimo, sapeva gestire ma era troppo lento: non mi piacciono i registi lenti, non è tra i miei preferiti. Modric è un amico, lo conosco bene ed è un esempio per quello che sta facendo alla sua età: gli ruberei mentalità e professionalità. A Xabi Alonso rubo il passaggio e l'intelligenza. Pirlo? Il mio idolo. Lo conosco bene. Mi piace come sta in campo, la sua serenità. Non sentiva lo stress. Il numero uno. Il mio procuratore mi diceva che mi vedeva come Pirlo, non ci credevo. Dicevo che mi sentivo un numero dieci ma il tempo ha dimostrato che aveva ragione. Pirlo però è Pirlo, ha vinto tanto e non posso essere messo al suo livello".

E' vero che hai ricevuto offerte dall'Arabia e hai rifiutato per rimanere all'Inter?
"Sì, io voglio bene all'Inter. Quando sono arrivato qui Piero Ausilio, il mister e i compagni mi hanno dato una grossa mano. Questa è una famiglia enorme. Poi sono arrivato a zero, alla fine decide sempre la società. Io ho già detto che la decisione è la loro ma io voglio rimanere qua. All'Inter mi sento rinato. Ho avuto un periodo difficile, ma qui mi hanno risollevato, sono maturato come uomo. Sono una persona emotiva, vivevo una situazione pesante ma tutti qui mi hanno aiutato. Poi la canzone che mi hanno dedicato i tifosi mi ha trasmesso ancora più energia. Per questo dico che per me l'Inter è diversa, non si può spiegare...".

Se ti dico "Idolo neroblu..."?

"Hakan Calhanoglu (ride, ndr)"