La proposta di Bergonzi sul VAR: "Il challenge stile tennis sia una novità"
Interpellato da TMW Radio nel corso della trasmissione 'Scanner', l'ex arbitro Mauro Bergonzi ha fornito il proprio punto di vista sulle recenti polemiche per l'utilizzo del VAR, a partire dall'episodio controverso del gol annullato ad Hateboer in Fiorentina-Atalanta: "Dal momento in cui Costanzo, guardalinee, alza la bandierina e segnala il fuorigioco, il VAR deve solo dare una conferma alla scelta ed eventualmente supportare la sua scelta. In quel caso Doveri può non andare al monitor, senza problemi. Nel caso opposto, in cui non fosse stato segnalato, allora sì. Nella fattispecie di Fiorentina-Atalanta è stata confermata una scelta fatta sul campo".
Come ridurre i caratteri interpretativi?
"L'interpretazione soggettiva rimarrà sempre e per sempre. D'accordo con il designatore Rocchi ora c'è il tentativo di eliminare certe situazioni punibili in area di rigore, ma è evidente che per un arbitro un contatto possa avere una valenza e per un altro no".
Si può evitare un eccessivo inserimento?
"Ci sono stati anche degli errori, e come tali sono stati catalogati. In questo campionato, in linea di massima, le direttive date da Rocchi sono che comanda l'arbitro centrale, con il VAR che interviene su eventuali topiche grosse. Per fare questo però il direttore di gara deve essere bravo, sicuro: se è indeciso è difficile pure per il VAR intervenire, perché lo fa valutando anche le tue decisioni. Il rigore fischiato contro il Napoli nella partita di Barcellona per me è un errore del VAR, non dell'arbitro nel non averlo inizialmente chiamato. Bisogna fischiare i falli giusti".
Mutuare dal "challenge" stile tennis, con chiamate dalle panchine, è possibile?
"Il calcio è un fenomeno in continua evoluzione e tutto ciò che può migliorare sarà provato. Arbitri che parlano dopo le partite e challenge siano le novità della macchina".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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