Zaccheroni: "Vivo per miracolo. Camminare era un hobby, ora è diventata una necessità"
Sul Corriere della Sera il racconto dell'ex allenatore dell'Inter, Alberto Zaccheroni dopo il brutto incidente domestico dello scorso 10 febbraio: "Sono vivo per miracolo, ma del mese in terapia intensiva non ricordo nulla. Mi ha trovato mia moglie Fulvia accasciato a terra, in fondo alle scale. Sono ruzzolato per 8-10 gradini e lei dice che ero in un lago di sangue, con la testa aperta e un occhio fuori dall'orbita. Era necessario l'intervento per ridurre l'emorragia. Ho una grossa cicatrice sulla testa a ricordarmelo. Mi avevano intubato, avevo il sondino, nella stanza c'era solo il personale medico, non era stato ammesso nessun familiare. Mi siedo e mi guardo le gambe: dopo un mese steso a letto, sembravano quelle di un anziano.
"Dove sono finiti i miei muscoli?", ho chiesto incredulo. "Ho rischiato la vita, non giriamoci attorno. La botta è stata tremenda, il grande sollievo è non aver riportato danni cerebrali. La forza me l'hanno data i miei familiari che non mi hanno lasciato un attimo e i sanitari che hanno fatto un capolavoro. Ho perso due diottrie dall'occhio, il male minore considerando il danno iniziale. Sono senza patente perché prima di riottenerla dovrò sostenere dei test e ho qualche deficit di memoria a breve. Se prima camminare era un hobby, adesso è diventa una necessità. Ieri ho fatto 10 chilometri, mi sto impegnando a recuperare tono muscolare".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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