Vocalelli sulla GdS: "Inzaghi, da colmare quel vuoto nel curriculum chiamato scudetto"
Dopo la finale di Champions League, l'Inter dovrà inseguire lo scudetto. Ne è certo Alessandro Vocalelli che si espone così sui nerazzurri nel suo editoriale per La Gazzetta dello Sport: "È l’ultima a radunarsi, l’Inter, ma quest’anno avrà anche l’“obbligo” di arrivare prima. Con un carico di responsabilità a cui Simone Inzaghi non può, e sicuramente anche non vuole, sfuggire. Già, perché se ci pensate è rimasto in fondo l’unico - tra i colleghi di prima fascia - a non aver ancora uno scudetto in bacheca. È riuscito a Spalletti, che con il tricolore virtualmente sul petto ha preferito lasciare. Per far posto a Garcia, che comunque un titolo in Francia lo ha vinto con il Lilla. Ma lo scudetto è soprattutto il filo rosso che, come detto, unisce tutti i prossimi concorrenti di Simone Inzaghi. Ne ha vinti tanti Allegri, lo ha vinto Mourinho anche nel famoso anno del Triplete, lo ha conquistato Sarri - ed è stato l’ultimo successo juventino - lo ha messo nel suo curriculum anche Stefano Pioli. Resta appunto Simone Inzaghi, a cui la società sta consegnando ancora una volta una squadra di primissimo livello.
Già, perché anche nel dopo-Conte, pur con le partenze di Lukaku e Hakimi, l’Inter ha comunque allestito - partendo da Dzeko e Dumfries - una squadra di assoluto rispetto. Lo scudetto non è arrivato, con il Milan capace di piazzare lo sprint decisivo proprio a spese dei cugini, ma sono in molti a ritenere che i nerazzurri dovessero e potessero fare molto di più. La storia si è ripetuta anche la scorsa estate, perché dopo il ritorno di Lukaku, gli arrivi di giocatori molto importanti come Mkhitaryan, molti pensavano che - sì - quella sarebbe stata la volta buona. Invece l’Inter ha collezionato in campionato ben dodici sconfitte, piazzandosi al terzo posto addirittura a diciotto punti dal Napoli e senza mai entrare realmente in corsa. Troppo poco per una squadra che, al contrario, ha fatto benissimo in Champions League. (...) esta però, adesso, la necessità di colmare quel buco nel curriculum - Campione d’Italia - come invece hanno fatto i concorrenti. Certo, c’è chi ci è riuscito ad un’età diversa, molto più avanti con le primavere, quasi a coronamento di una carriera. Ma c’è anche chi, come Allegri, ha centrato il bersaglio all’alba dei 40 anni, con il Milan. Per poi ripetersi nella striscia invidiabile con la Juventus. E, stavolta senza fare paragoni, non c’è dubbio che la dirigenza abbia continuato ad operare per arrivare a quel traguardo che qualche tempo fa lo stesso Marotta ha definito prioritario: lo scudetto".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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