Sacchi: "Il Milan può ribaltare un'Inter più forte ed esperta col pressing"

Sacchi: "Il Milan può ribaltare un'Inter più forte ed esperta col pressing"
martedì 16 maggio 2023, 10:42News
di Marco Corradi

Nel suo intervento sulla Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi lascia ampio spazio di margine alla possibile rimonta del Milan nell'euroderby di Champions League. Ecco le parole dell'ex tecnico: "So bene che l’Inter è in netto vantaggio, perché ha vinto 2-0 all’andata, però non sarebbe la prima volta che nel calcio succedono clamorose rimonte: stiamo con gli occhi ben aperti e godiamoci lo spettacolo, augurandoci che lo spettacolo ci sia. Alla vigilia, vi sono alcune certezze che vanno evidenziate. La prima: l’Inter sta attraversando un ottimo momento di forma atletica. La seconda: possiede qualità individuali superiori a quelle dell’avversario. La terza: ha una maggiore esperienza. Verrebbe da concludere che non ci sarà partita, e invece no, perché anche i nerazzurri hanno qualche difetto ed è su questi difetti che il Milan dovrà lavorare. Innanzitutto i ragazzi di Inzaghi fanno pochissimo pressing e concedono spazio a chi li attacca. Non sempre, nei momenti di difficoltà, hanno dimostrato di essere una squadra compatta che si aggrappa alle proprie conoscenze per uscire dal buio.

Tante volte, negli ultimi giorni, mi hanno fermato per strada e mi hanno chiesto: «Lei che cosa farebbe se fosse sulla panchina del Milan?». Ve lo dico subito. Io punterei tutto sul pressing. Non si deve dare spazio all’Inter, perché sarebbe come suicidarsi. La squadra di Inzaghi, se aggredita, può andare in difficoltà. E se in fase difensiva ci si deve basare sul pressing, in fase offensiva si deve puntare sulle ripartenze e sugli attacchi negli spazi. Tuttavia, per riuscire a fare questo, è necessario che il Milan sia completamente diverso da quello dell’andata. Servono aggressività e compattezza, serve un approccio rabbioso alla partita, la squadra dev’essere sempre corta perché così tutti sono vicini, si aiutano, stimolano la sinergia tra i reparti e nessuno si sente mai solo sul campo: c’è sempre un compagno che può darti una mano, che può risolverti un problema. Questo vuol dire giocare in modo collettivo".