Ranocchia: "Per l'Inter ho rifiutato la Juve, ho sofferto di depressione. Ringrazio Spalletti"

Ranocchia: "Per l'Inter ho rifiutato la Juve, ho sofferto di depressione. Ringrazio Spalletti"
Oggi alle 11:45News
di Marco Corradi

Nel suo intervento ai microfoni del Corriere della Sera, Andrea Ranocchia si racconta a tutto tondo: "Il ritiro non è stato traumatico. Mi sto costruendo una nuova identità. Non semplice, ma bello". 

Anche perché il calcio l’ha accompagnata da sempre.

"Sì, anche se il mio primo sport è stato il karate. Ho iniziato grazie ai compagni di scuola. E a 14 anni ho pensato di smettere. Facevo il centrocampista a Perugia e giocavo poco".

Invece Bari e poi Inter. 

"Ho avuto la fortuna di arrivare dopo il Triplete e conoscere uomini come Zanetti, Materazzi, Chivu, Stankovic. Chivu? Da allenatore di lui mi piace l’attenzione umana con i suoi giocatori".

Da Zanetti ereditò la fascia da capitano.

"Una responsabilità enorme. Anche se c’è stata la possibilità che non la indossassi. Era il 2014, ero in Brasile con la Nazionale. Avevo due offerte: una dell’Inter per il rinnovo e una molto importante della Juve. Conte spingeva per raggiungerlo a Torino".

Come ha deciso?

"Grazie a Stankovic. Mi disse: “Se vinci uno scudetto con l’Inter il tifoso si ricorderà di te per sempre. Se succede in squadre come la Juve è il club a vincerlo". 

Poi ha vissuto gli anni più bui dell’Inter.

"Un periodo duro. Un cambio generazionale e societario fatto di incertezze: è stato complicato".

E dai tifosi era visto come uno dei responsabili.

"Ero lì da tanto tempo, per loro era automatico prendersela con me. Nella mia testa andava tutto male. Era come essere nelle sabbie mobili. Qualsiasi cosa cercassi di fare, finivo sempre più giù. Facevo fatica a fare un passaggio. Avevo paura. La palla pesava. Pesava tanto. Sui social erano insulti continui, ferite che restano".

Cosa la feriva?

"La poca comprensione. Spesso ci si dimentica che i giocatori sono dei ragazzi che non hanno l’esperienza per gestire certe pressioni. Sono visti come privilegiati che non possono permettersi di stare male o essere depressi. Sommersi di insulti sui social".

Parlava di depressione. L’ha vissuta?

"Penso di sì. Ho attraversato un momento di forte malessere psicologico. Non uscivo per evitare di essere insultato, preferivo chiudermi in casa".

E questo malessere se lo portava anche in campo.

"Nel tunnel di San Siro le gambe mi tremavano. Avevo perso autostima. E la fascia da capitano data a Icardi mi ha fatto male".

Ha chiesto aiuto?

"Da solo non ce l’avrei fatta e ho iniziato un percorso psicologico. È stato fondamentale per rialzarmi. Anche la boxe è stata importante, mi aiutava a sfogarmi. Con l’esperienza in Inghilterra sono rinato".

Tornato dall’Inghilterra, all’Inter ha trovato Spalletti.

"Gli sarò sempre grato. Durante il ritiro mi aveva difeso dagli insulti di un tifoso. È stata la prima persona a proteggermi dopo anni".

Poi Conte la raggiunse a Milano.

"Il mio padre calcistico. Vive per il calcio. Anzi, vive per la vittoria. È impegnativo come allenatore, ma ottiene ciò che vuole. È inattaccabile".

Ha assistito anche al suo incontro di boxe con Lautaro?

"Certo, l’ho organizzato io. I guantoni erano i miei. Avevano due caratteri difficili, era un modo per sdrammatizzare".

Nel 2021 arrivò lo scudetto.

"L’ho sentito mio. In quel successo c’era dentro tutto: i cambi societari, il mio malessere, la sofferenza del mondo nerazzurro, la rinascita. Stankovic aveva ragione: vincere all’Inter è diverso".

Tante squadre in pochi punti, chi vince il campionato quest’anno?

"Inter e Napoli, sono le più attrezzate. Ma attenzione anche al Milan che non ha competizioni europee".

Che stagione è per l’Inter?

"Lotterà fino alla fine per lo scudetto. Sarà protagonista anche in Champions, ormai è un suo punto di forza".

Un giocatore che apprezza di questa Serie A?

"Nico Paz, mi piace tantissimo. Bello da vedere in campo, un grande talento".

Se si guarda allo specchio, cosa si dice?

"Complimenti, semplicemente complimenti. Ce l’hai fatta, nonostante tutto"