Mourinho torna al 2010: "L'autobus a Barcellona? Sì è vero ma siamo andati a Madrid"

Nel corso di un'intervista pubblicata da Pulse Nigeria, in qualità di global ambassador di Football.com, Josè Mourinho ha parlato dell'addio alla Roma e delle finali disputate in carriera, con quella dell'Inter al primo posto: "Stanno per iniziare le competizioni europee, in particolare la Champions League, forse la competizione più importante del calendario mondiale. Non ci sarò a queste fasi finali, non perché sia già stato eliminato, ma perché sono stato "eliminato" da qualcuno che di calcio ne sa poco. Così è la vita, piena di alti e bassi, e io sono in crescita, nonostante il licenziamento tanto inaspettato quanto ingiusto. Ma tornerò, e con ancora più entusiasmo e fiducia, per queste partite UEFA".
Lo Special One ha ripercorso le finali disputate in carriera.
"Ho partecipato a tantissime partite e sono arrivato più volte in finale. Sono davvero partite speciali, per noi allenatori, per i tifosi e, ovviamente, per i giocatori. Ho quindi sufficiente esperienza e conoscenza per sapere come andare avanti, anche quando abbiamo avversari con un potenziale molto maggiore rispetto al nostro. In questa fase tengo sempre presente: nella prima partita si gioca sempre per vincere, nella seconda sai cosa ti serve per passare al turno successivo ovvero vincere con un gol, pareggiare o addirittura perdere con uno o due gol. E le partite ad eliminazione diretta vengono gestite su questa base. Certo, è fondamentale conoscere bene i propri avversari, studiarli, analizzare i loro pregi e difetti, vedere come si comportano quando giocano in casa e in trasferta, vedere come reagiscono quando il risultato è sfavorevole. Questa conoscenza permette di ideare la giusta strategia e fornire ai giocatori tutte le informazioni essenziali affinché sappiano cosa dovranno affrontare quando scenderanno in campo".
La vittoria della Champions con l'Inter?
"Come ho già scritto, affronto sempre la prima partita con la voglia di vincere, come Inter-Barcellona quasi 15 anni fa, che finì con la vittoria della mia squadra per 3-1. Nella gara di ritorno al Camp Nou, con l'espulsione di Thiago Motta prima del 30', ho giocato come dovevo: perdere per un solo gol. Ho perso 1-0, ma abbiamo raggiunto il nostro obiettivo: arrivare in finale. E abbiamo vinto. Quando si tratta di raggiungere un obiettivo si può usare qualunque strategia o tattica, e io non ho problemi a usarle. È una questione di intelligenza e non dobbiamo preoccuparci di quello che dicono i sedicenti "commentatori". "Ah! Mourinho ha messo l'autobus davanti alla porta". Sì, l'ho fatto, ma ho giocato in 10 contro 11, e abbiamo giocato una partita difensiva davvero spettacolare contro Piqué, Xavi, Busquets, Ibrahimovic e Messi. In altre parole, è stata una strategia intelligente".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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