Barberis (PD): “Sul nuovo stadio nessuna speculazione”
Filippo Barberis, capogruppo del PD in Consiglio Comunale, ha aperto alla possibilità di avviare un dibattito pubblico sul tema stadio, pur rimanendo saldamente a favore della costruzione di un nuovo impianto. All’indomani di una riunione col gruppo consiliare che rappresenta, lo abbiamo interpellato per fare il punto su una vicenda che tanto fa discutere Milano, dividendola da destra a sinistra, dai bauscia ai casciavit.
Barberis, qual è la vostra posizione?
"Al centro della nostra attenzione c’è sempre stata la necessità di una riqualificazione e una rigenerazione dell’area stadio, che avesse il miglior impatto possibile sulla città: in termini di verde, di infrastrutture, di servizi, di funzioni ricreative culturali e sociali per il quartiere".
A chi dice che sia un progetto di speculazione edilizia, cosa risponde?
"Penso che se c’è un risultato che siamo riusciti ad ottenere è proprio quello di sgombrare il campo da qualsiasi dubbio in merito. Abbiamo dimezzato l’indice volumetrico inizialmente proposto dalle squadre, oltre ad aver aumentato il verde e incrementato la dotazione infrastrutturale, anche in questa fase chiederemo degli interventi che abbiano un impatto positivo per esempio sulle case popolari di San Siro. Inoltre, voglio far presente che l’enorme parcheggio intorno allo stadio per sei giorni su sette è completamente inutilizzato".
Chi contesta questa operazione dice: le volumetrie ridotte non sono una gentile concessione, ma il massimo previsto dal PGT…
"Falso. Questa considerazione non tiene conto che la legge stadi consente alle squadre di accedere a volumetrie doppie rispetto a quelle previste dal piano di governo del territorio. Ricondurre le volumetrie a 0,35 è uno straordinario successo negoziale. Questo chiude qualsiasi discussione sul rischio di speculazione edilizia paventato".
Come si sposa il dibattito pubblico con un progetto già individuato?
"Io sono contrario a un referendum, perché lo ritengo uno strumento semplificatorio e inadeguato rispetto alla complessità di equilibrio del lavoro che abbiamo costruito con due anni di trattative con le squadre. Mentre un dibattito trasparente con la cittadinanza che raccolga bisogni e proposte su cosa realizzare intorno al nuovo stadio è qualcosa che può aiutare la politica nel dare indicazioni ai club, che saranno poi i responsabili dello sviluppo del progetto".
San Siro non può essere ristrutturato?
"Da uno studio comparato su decine di stadi a cura del Politecnico, una ristrutturazione non raggiungerà mai i livelli di qualità di una struttura nuova. Quindi non è che non si possa fare, è che l’ammodernamento non consente di avere un impianto competitivo sul piano internazionale. Aggiungo che comunque la ristrutturazione cambierebbe drasticamente la fisionomia di San Siro per come lo conosciamo, esattamente come sta avvenendo al Santiago Bernabeu di Madrid, il cui involucro ne ha completamente cambiato l’aspetto".
Con Inter e Milan non si è parlato di quest’eventualità?
"Le squadre hanno sempre espresso con chiarezza la necessità di costruire un nuovo impianto. E anche se si tratta di un terreno pubblico, di proprietà del Comune, non ci troviamo a confrontarci con un normale investitore. Noi siamo davanti a due soggetti unici per la città, il nostro lavoro in questi due anni è stato quello di conciliare la progettualità dei due club con l’interesse pubblico. Non eravamo obbligati a fare quello che loro ci chiedevano, ma sentivamo la responsabilità di raggiungere un comune accordo".
Cosa ne sarà del Meazza?
"Nelle proposte di indirizzo, abbiamo chiesto che si pensasse a come rifunzionalizzarlo, salvaguardando e reinterpretando alcuni elementi architettonici storici dello stadio, che potessero essere reinseriti all’interno dell’area riqualificata. Non si pensi a una sorta di mausoleo, sarebbero delle strutture a disposizione dei cittadini, vivibili".
Il nuovo impianto porta con sé il rischio di un sensibile innalzamento dei prezzi, ne state parlando con i club?
"Stiamo lavorando affinché ci sia un impegno concreto da parte delle squadre a mantenere dei prezzi calmierati per una parte congrua dei posti a sedere a disposizione, garantendo un’accessibilità popolare. È una cosa che come amministrazione monitoriamo e continueremo a farlo".
Quali sono le prossime tappe di quest’operazione?
"Le squadre devono formulare un progetto definitivo e un piano economico finanziario adeguati al nuovo indice volumetrico. Attendiamo una proposta in linea con i vincoli posti dalla Giunta a tutela dell’interesse pubblico".
Che tempi di realizzazione prevede?
"Considerato che a San Siro si terrà l’inaugurazione delle Olimpiadi 2026, mi aspetto che si parta con la costruzione del nuovo stadio come prima cosa. In modo tale che dopo i giochi invernali sia già pronto per essere utilizzato".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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