Esclusiva

Kayode-Inter, l'ex tecnico: "Perfetto per Inzaghi. Testa da top, lo voleva anche l'Empoli"

Kayode-Inter, l'ex tecnico: "Perfetto per Inzaghi. Testa da top, lo voleva anche l'Empoli"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca 2024 @fdlcom
venerdì 26 aprile 2024, 15:00News
di Daniele Najjar

Dopo Zielinski e Taremi, già promessi sposi dell'Inter, la dirigenza nerazzurra è al lavoro per fare quei ritocchi che potrebbero alzare ulteriormente il livello di una rosa, quella a disposizione di Inzaghi, che già è un'eccellenza sia in termini di qualità che di completezza.

Fra i ruoli dove la Beneamata potrebbe muoversi in ottica futura c'è quello dell'esterno di destra: Darmian è una certezza, ma ha già 34 anni, Dumfries è al centro di voci di mercato, Buchanan promette bene, ma va svezzato. Fra i nomi che sono stati fatti con più insistenza c'è quello di Michael Kayode, talentino della Fiorentina che a soli 19 anni ha già fatto vedere di che pasta è fatto.

In esclusiva per la redazione de L'Interista, è intervenuto per parlare di lui il suo ex tecnico ai tempi del Gozzano, Carlo Caramelli.

Ci parla del primo incontro che ha avuto con questo ragazzo, a Gozzano?

"Ci è cresciuto letteralmente in mano, finendo nel mondo dei grandi in maniera inaspettata, direi".

Come mai?

"In D c'è l'obbligo di far giocare 4 giovani. Dopo il ritiro avevamo carenza in tal senso, essendo appena retrocessi dalla C. Non c'era molto a disposizione fra i giovani in casa, ci sono poi stati proposti due 2004 che potevano essere al massimo aggregati, avendo 16 anni. In quella situazione abbiamo pensato: vediamo come reagisce in mezzo ai "grandi". Considera che il range era dai '99 ai 2002. Dunque era 2 anni fuori".

Eppure si è imposto.

"Era un rischio, ma si è presentato nel modo giusto, facendosi voler bene dai più esperti. Poi ha avuto una escalation clamorosa. A partire dall'esordio a Casale".

Ce lo racconta?

"Gli chiesi: "Mike, te la senti di giocare oggi?". E lui, prontamente: "Sono qua per questo". Mostrò quel senso di sfrontatezza che a volte hanno i ragazzi, ma che nel suo caso fu giustificato dalla prestazione. Dopo pochi minuti salvò un gol sulla linea e nel finale si procurò il rigore che valse la vittoria".

E nel prosieguo della stagione?

"E' stato un susseguirsi di ottime prestazioni che lo hanno consacrato agli occhi di società importanti".

Quali?

"Oltre alla Fiorentina, mi chiamarono altre due società importanti di Serie A, fra le quali l'Empoli. Tant'è che invitai il responsabile del settore giovanile a vedere una nostra partita, una volta".

Poi andò in Viola.

"La Fiorentina ha creduto più di tutti nelle sue qualità, i risultati si sono visti".

Questa storia ricorda un po' quanto poi ha vissuto a Firenze: dagli infortuni dei compagni più esperti il suo esordio è stato casuale, ma poi si è affermato.

"Esattamente. La fortuna nella parte iniziale non è stata benevola con lui, ma quando è stato chiamato in causa si è fatto trovare pronto. Nemmeno io lo potevo ritenere pronto per la Serie A, ma si intravedevano delle qualità che facevano presagire a sbocchi importanti. Italiano non lo ha fatto esordire subito,  anche quando ce n'era la possibilità, ma la società non lo ha mandato in prestito a farsi le ossa. E' rimasto e poi con gli stop di Dodo e Pierozzi sappiamo come è andata".

L'Inter potrebbe cercare un esterno e si fa il suo nome. Ce lo vede a sentirsi di nuovo dire: "te la senti di giocare", però a San Siro, nel 3-5-2 di Inzaghi?

"Parlando del ruolo, noi abbiamo sempre usato il 3-5-2 e quindi sarebbe nella sua posizione naturale. Italiano a volte gioca a 4, ma lo vedrei proprio bene come sostituto dei giocatori che attualmente sono nello scacchiere di Inzaghi, anche se ovviamente si alzerebbe ulteriormente il livello".

Ci può arrivare?

"Ma lui non è che abbia paura, eh. Si è presentato a noi con la giusta consapevolezza di dove volesse arrivare. E' un giovane che si approccia nel modo migliore alle cose, al lavoro, si fa trovare pronto per ogni situazione".

A livello di testa dunque, ci siamo. Che tipo di carriera farà?

"E' già partita in maniera esplosiva. La sua consapevolezza lo porta ad essere ben indirizzato dove vuole andare. E' un ragazzo posato, ama la famiglia è tranquillo, sa che il lavoro lo può portare a migliorare".

Ha parlato di Cafù come idolo.

"Ed io l'ho chiamato per chiedergli se avesse perso la testa (ride, n.d.r.). 'Ma lo sai chi era Cafù? Quello aveva piedi da trequartista!'. Lui mi disse: 'Ma Cafù spingeva sulla fascia, come faccio io...'. Il brasiliano aveva tecnica sopraffina, forza esplosiva, tutto. Sulla spinta ci può stare, ma dal punto di vista qualitativo deve migliorare chiaramente ed essendo giovane, con l'applicazione che ci mette, sicuramente lo farà. La testa è da grande giocatore".