Il pagellone di Vidal - Un anno deludente. Ora gli ultimi mesi, da vivere intensamente
Arturo Vidal sta ad Antonio Conte come Radja Nainggolan sta a Luciano Spalletti. Un'equazione che non si fa peccato a definir banale, ma che racchiude laconicamente le ragioni che un anno e mezzo fa indussero l'Inter a riportare il cileno in Italia. Era l'alba del terremoto finanziario che stava per investire Suning, che aveva imposto un giro di vite agli investimenti sul mercato ancor prima che lievitasse il sospetto sulle difficoltà alle quali il colosso di Nanchino si accingeva ad andare incontro. Di fronte al veto posto ad esborsi di una certa portata, Marotta e Ausilio avevano deciso di puntellare la rosa con un usato sicuro, assecondando le indicazioni fornite dal tecnico leccese.
Una piccola scintilla, poi poco altro
Il 2021 di Vidal è stato deludente, difficile definirlo diversamente. Un disastro o quasi la stagione proprio con quel Conte che ne aveva caldeggiato l'arrivo. Gli ultimi sei mesi, in particolare, sono stati un'infelice spola tra brevi comparse e l'infermeria. Tra agosto e settembre, a dire il vero, qualcosa sembrava essere cambiato (in meglio): il gol al Genoa, una verve ritrovata negli spezzoni accordatigli da Inzaghi. Poi di nuovo qualche acciacco fisico e una brillantezza tutta da ricostruire.
Ultimi mesi da vivere intensamente
Oggi Arturo è una riserva, a tutti gli effetti. Un elemento utile per le rotazioni, ma ben lontano dal protagonismo al quale aspirava al suo arrivo a Milano. A fine stagione, salvo clamorosi ribaltoni, sarà addio, e dunque perché non provare a vivere questi ultimi mesi dando fondo ad ogni energia residua? Del resto, salutare con due Scudetti in più nel palmarès non sarebbe poi così male...
Voto: 5,5.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2024 linterista.it - Tutti i diritti riservati