A tutto Calhanoglu: grinta, gol e assist: l'Inter ha trovato il suo oro turco

È discontinuo, non sa reggere la pressione, nelle gare importanti sparisce. Questo l'identikit delineato (spesso faziosamente) di Hakan Calhanoglu, colui che ha avuto l'ardore di attraversare il Naviglio come molti suoi illustri predecessori fecero spesso nella direzione inversa. Un'occasione dell'ultimo minuto, la triste vicenda di Eriksen e la necessità per la dirigenza nerazzurra di sostituire il danese, Marotta fiuta l'affare e il gioco e fatto. In 6 mesi di nerazzurro il turco ha vissuto sulle montagne russe, con qualche salita difficoltosa, ma soprattutto divertendo e divertendosi.

SPRINT La partenza è di quelle da sogno, gol al Genoa, esultanza sotto la Nord e un matrimonio che sembra destinato a regalare soddisfazioni. Poi Hakan segue l'andamento della squadra, qualche gara difficile, le prime panchine ed ecco ricomparire i detrattori, quelli che pensavano ad un altro 'pacco' rifilato dai cugini rossoneri. E ancora, dubbi sul ruolo, si potrà integrare allo schema di Inzaghi? Può essere il Luis Alberto nerazzurr? Domande che per qualche settimana non hanno avuto risposta.

SVOLTA Poi arriva La Partita, quel derby che ha un significato particolare perché quest'anno finalmente si gioca per lo scudetto, che per Hakan vuol dire sfida al suo recente passato. E le risposte arrivano, gioca da indemoniato, si procura e segna un rigore, poi le mani alle orecchie, sotto la Sud, come fece a parti invertite un certo Ronaldo, insomma, forse la pressione il ragazzo la sente, sì, ma la trasforma in energia positiva. Da quel 7 novembre Calha si prende definitivamente l'Inter, segna contro Napoli, Venezia, Roma e Cagliari, 6 gol complessivi e 7 assist (5 su calcio d'angolo, sua vera cifra stilistica) e diventa  un insostituibile di Inzaghi, di quest'Inter, che si gode il turco, fondamentale, per la rincorsa alla seconda stella e il sogno europeo.