Hakan Sukur: "Avrei voluto accogliere l'Inter a Istanbul. Tifo per Calhanoglu, i nerazzurri sono grandi"
Ai microfoni della Gazzetta dello Sport interviene Hakan Sukur, che commenta così la finale di Champions League tra il Manchester City e l'Inter: "Non posso essere lì, nel mio Paese, nel mio stadio, a tifare la 'mia' squadra perché sono persona sgradita a un governo non democratico. Vedere l'Inter a quel punto mi emoziona, ma mi ricorda che mi è stato privato perfino il diritto di andare a vedere una partita di pallone. Avrei voluto accogliere io l’Inter in città".
È stupito sia arrivata fin qua?
"L’Inter è grande, non è mai una sorpresa. Zanetti, poi, è un uomo speciale: ti insegna cosa è questa maglia. Quelli del City forse sono più forti, ma è un 50 e 50. E poi il pubblico turco potrebbe essere decisivo: sarà tutto per Calhanoglu. Anche Gundogan ha origini turche, ma Hakan è il capitano della nostra nazionale".
Da attaccante, come vede la battaglia tra centravanti?
"Haaland ha una forza fisica impressionante, ma l’Inter di centravanti di livello internazionale ne ha tre. Dzeko è un uomo da grandi notti, Lukaku è tornato ai suoi livelli e si trova benissimo con Lautaro, che spero sia l’uomo del destino, come Milito del 2010".
Di chi è il merito se l’Inter sta lassù?
"La famiglia Zhang ha investito e Inzaghi ha avuto pazienza e personalità nel riuscire a risolvere i problemi. Simone è un padre buono che ha tracciato una via: da Onana a Brozovic con lui i giocatori si divertono".
Cosa c’è adesso nel cuore dell’altro Hakan, Calhanoglu?
"Hakan è un giocatore unico, un leader nato con una capacità di calcio che in pochi hanno. Lui è il capitano della nazionale e gioca in un Paese che ha subito una grande tragedia, come il terremoto di febbraio. Porterà nel cuore tutte le vittime, sarà emozionato e con una motivazione in più: farà di tutto per alzare la coppa davanti alla sua gente".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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