DAZN, polemica per l'aumento prezzi: annunciata interrogazione parlamentare
“Non siamo disposti ad accettare gli scandalosi aumenti del canone imposti da Dazn agli utenti per la prossima stagione di calcio”. Lo dichiara in una nota Daniele Belotti, capogruppo Lega in Commissione istruzione, cultura, sport alla Camera che annuncia un’interrogazione parlamentare e la richiesta di un’audizione urgente nelle commissioni competenti a Montecitorio “dei vertici della piattaforma inglese e della Lega Calcio”.
“Dazn – continua – l’anno scorso aveva offerto gli abbonamenti a 19,99 euro al mese e ora li aumenta del 50 per cento portandoli a 29,99 euro che però diventano ben 39,99, quindi il doppio, se si vuole utilizzare, come in passato, i device contemporaneamente e a distanza”. “Non accettiamo che si speculi in questo modo sulla passione dei tifosi – ribadisce il deputato della Lega – solo perché ha il monopolio delle partite. Il campionato scorso gli utenti-tifosi hanno programmato una spesa per più stagioni e ora, già al secondo anno, si trovano a dover spendere il doppio. Inaccettabile”.
“Gia’ durante il girone di andata – spiega Belotti – eravamo intervenuti in modo deciso per sventare gli aumenti annunciati per il resto del campionato. Siamo consapevoli del fenomeno della pirateria, tanto che è in discussione alla Camera un progetto di legge leghista, primo firmatario Massimiliano Capitanio, (e che ora diventa ancora piu’ urgente) – conclude Belotti – ma non possiamo pensare che una societa’ importante come Dazn non avesse messo in preventivo una quota di ‘furbetti’ prima di presentare un’offerta monopolistica alla Lega Serie A”.
“Ora dopo una sola stagione si cambiano le carte in tavola obbligando gli abbonati a raddoppiare i costi nel caso, ad esempio, in famiglia si è in due, a distanza, seguire le partite? Se sarà confermata la decisione di Dazn di impedire l’utilizzo contemporaneo di due device, siamo pronti a presentare immediatamente anche un esposto all’Agcom e all’Antitrust al fine di tutelare gli abbonati ingannati da condizioni contrattuali che dovevano essere pluriennali”.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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