Bergomi a Radio Nerazzurra: "Lukaku e l'Inter sapevano prima dell'Europeo dell'offerta del Chelsea"

Bergomi a Radio Nerazzurra: "Lukaku e l'Inter sapevano prima dell'Europeo dell'offerta del Chelsea"TUTTOmercatoWEB.com
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giovedì 2 settembre 2021, 12:00News
di Andrea Zoccolan

Beppe Bergomi a Radio Nerazzurra all’interno del programma de L’Interista ha toccato tanti temi riguardanti questa prima parte della stagione dell’Inter.

Dopo i tanti cambi del mercato, l’Inter deve cambiare modo di giocare? Molto dipenderà dalla capacità di dialogare tra i giocatori?

“Il Verona ha giocato a uomo, è stata una partita particolare, le nostre punte sono abili a venire in contro ma faticano ad andare in profondità. Gli esterni dovranno stare alti, ma la principale forza dell’Inter è stata la difesa, i tre dietro devono essere protetti. In mezzo vedo Sensi recuperato, Vecino anche, Vidal che entra con un atteggiamento diverso, forse in mezzo al campo ci sono giocatori nuovi che non avevamo, non siamo la più forte, ma ce la possiamo giocare”.

Cosa ne pensi delle modalità con cui è andato via Lukaku? 

“Andava gestita meglio, Gianluca di Marzio prima dell’inizio dell’Europeo mi disse che c’era un’offerta di 100 milioni per Lukaku, quindi società e giocatore lo sapevamo. Come è andato non mi è piaciuto, soprattutto nella comunicazione della società e del ragazzo. Il calcio però è cambiato, sia sotto l’aspetto tecnico che umano, l’attaccamento alla maglia è una sensibilità che uno si porta dentro. Io quando ho smesso di giocare non mi vedevo in nessuna altra squadra, io sento questa maglia mia, questi ragazzi che arrivano da fuori e hanno fatto tante esperienze non mi aspetto più di tanto”.

A proposito di bandiere e capitani, chi potrebbe essere il dopo Handanovic?

“Barella un po’ lo conosco sotto l’aspetto caratteriale, gli ho scritto un paio di messaggi e si è sempre dimostrato disponibile, così come Bastoni o Skriniar, Lautaro non lo so. Non bisogna dargli la fascia per responsabilizzarlo, se lo deve meritare, però mi piacerebbe vederla sul braccio di un italiano. Handanovic è un leader silenzioso, che quando parla lo fa bene, anche i più grandi portieri sbagliano, lui è un bel personaggio, non lo conosco personalmente, ma quando lo sento parlare mi piace”.

Come deve essere un capitano? Un portiere può esserlo?

“Sul campo non è importante la distanza, tanto con l’arbitro ci parli il giusto, anche l’arbitro deve capire la situazione. Io ho avuto un capitano come Zoff che era un portiere, ma è quello che vivi fuori, c’era un mio allenatore che mi diceva: fare il capitano non vuol dire scambiare il gagliardetto con l’altro capitano. Handanovic è un leader silenzioso, che fa capire a chi arriva cosa significa indossare la maglia dell’Inter, lo può e deve farlo con le sue caratteristiche e il suo carattere. Io ad esempio cercavo di far integrare gli stranieri e fargli conoscere la cultura italiana, portavo spesso a cena Bergkamp o Sammer con le famiglie”.