ESCLUSIVA - Paolillo: "Grazie Marotta: Inter da Scudetto. Ma il calcio è malato"

ESCLUSIVA - Paolillo: "Grazie Marotta: Inter da Scudetto. Ma il calcio è malato"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Alberto Fornasari
lunedì 30 agosto 2021, 20:05Esclusive
di Daniele Najjar

Nel calcio, si sa, le prospettive cambiano rapidamente. L'Inter arriva da un'estate a dir poco turbolenta, fra addii più o meno inaspettati ed un mercato che non ha portato nomi altisonanti. Il campo però, ha detto che il gruppo allenato da Simone Inzaghi non ha voglia di abdicare dal trono di Campione d'Italia tanto facilmente. 

"Sono molto ottimista" - afferma l'ex dirigente nerazzurro Ernesto Paolillo ai microfoni de L'Interista"e convinto che la squadra possa essere competitiva. Certo, con Lukaku e Hakimi si aveva un passo in più rispetto alle altre. Questo passo in più non c'è ora, ma c'è la competitività e c'è già un vantaggio di classifica. E qui bisogna fare i complimenti a Marotta". 

Quali sono i suoi meriti secondo lei?

"Ha scelto Inzaghi, un allenatore che fa giocare la squadra in modo non troppo distante dagli schemi di Conte. Poi ha saputo prendere giocatori che si possono integrare senza troppe difficoltà. Questo gruppo può trovare la molla giusta per dimostrare che, perso Lukaku, si può vincere lo stesso".

Dal mercato manca qualcosa?

"Quello che manca è un altro uomo che possa sostituire Darmian in caso di infortunio o di stanchezza. Per il resto direi che la squadra c'è, non farei follie o investimenti in altri ruoli, assolutamente". 

L'attacco è da scudetto?

"Per quello che è il livello del campionato italiano ora come ora, sì. Ma mi ripeto sottolineando che può competere per lo scudetto. Per il semplice fatto che non vedo attacchi più forti. Non dimentichiamo che la Juventus ha perso Cristiano Ronaldo".

Infatti qualcuno dice: sarà un campionato più povero, ma sembra più bello.

"Esatto, perché sarà molto più equilibrato. Vedo l'Inter, la Juventus, il Milan, in parte il Napoli e soprattutto l'Atalanta. I bergamaschi ci hanno abituati ad un calcio piacevole con un gruppo di calciatori ormai abituato a giocare assieme".

In Champions invece dove può arrivare Inzaghi?

"Da tifoso mi auguro in finale! Vedendo la forza delle altre squadre ed il sorteggio invece, penso che possa sicuramente superare i gironi e credo anche gli ottavi, arrivando almeno ai quarti".

La Serie A perde Lukaku, Hakimi, Cristiano Ronaldo e Donnarumma, il Barcellona non riesce a far rinnovare Messi. Intanto Psg e club inglesi fanno razzìa sul mercato.

"Parliamoci chiaramente: è un calcio malato. A partire dagli eccessivi stipendi, per calciatori e tecnici. Questi costi non sono sostenibili per i ricavi che le squadre hanno. Tranne poche squadre, le altre non riescono a vivere con i ricavi. Il Financial Fair Play doveva mettere delle pezze a tutto questo: alcuni lo eludono in maniera chiara ed evidente, così diventa una gara impari. Se andiamo a vedere chi arriva in semifinale, sono sempre le stesse. Ovvero quelle che riescono a spendere di più. Senza delle regole più ferree si andrà da così in peggio. Ecco perché molti club volevano la Superlega. Penso che l'Uefa abbia capito il pericolo e cercherà di distribuire meglio le risorse".

Tornando all'Inter, qual è la via per poter tornare grandi, sia in Italia che in Europa, senza dover ogni volta ricostruire?

"La via è semplicemente una: cercare con il gioco e la competitività di attirare sponsor che portino soldi, che ci tengano ad essere il brand dell'Inter. Guardare il Bayern: ha uno zoccolo duro di sponsor, non solo generosi, ma molto affezionati al club. Perché raggiungere i top club attraverso maggiori ricavi dovuti a biglietti e abbonamenti è impensabile. Lo stesso per i diritti televisivi, che in Italia sono venduti dalla Lega in maniera non ancora ottimale"

Cosa ne pensa di Interspac?

"Assolutamente è un bel sogno, romantico, ma a mio avviso impossibile da realizzare. Non può andare bene per noi il modello tedesco, perché da noi le regole sono differenti. Il primo anno poi si può trovare qualcuno che compra le azioni. Ma se poi dovesse capitare che il propietario non riesce a coprire i debiti o a coprire gli stipendi e servisse fare aumenti di capitale, come potranno i privati sostenere queste perdite e continuare a mettere soldi? Oppure vuol dire avere una squadra che si barcamena con pochissime risorse".