Zhang ha tradito l’Inter: ecco il retroscena di marzo che ha distrutto l’intero progetto

Zhang ha tradito l’Inter: ecco il retroscena di marzo che ha distrutto l’intero progettoTUTTOmercatoWEB.com
lunedì 31 maggio 2021, 12:00Editoriale
di Tancredi Palmeri

Steven Zhang si è mangiato il futuro dell’Inter. Quello a breve e media scadenza, sui piani lunghi meglio non avventurarsi.
Il capriccio d’orgoglio ha finito per distruggere l’intero progetto, perché guardate che la partenza di Conte è solo il primo effetto, seguiranno almeno altri due addii - probabilmente Hakimi e Lautaro - ma anche così, cosa credete che rimangano a fare le altre stelle? Proprio adesso stavano compiendo il salto di squadra e a livello personale per essere assoluti protagonisti anche a livello europeo, e gli si viene a dire che non solo devono tagliarsi lo stipendio nonostante i traguardi raggiunti, ma che bisogna ridimensionarsi, praticamente tornando a lottare per un piazzamento come nel 2020.
Andrà come deve andare, con Conte via ci sono altri 4 giocatori che rimarranno solo se non arriverà una offerta all’altezza, ma che sono ormai di livello top per ridimensionarsi. E dunque chi di quelle 4-5 stelle non andrà via adesso, è comunque destinato a farlo, perché la proprietà non ha solo bloccato l’espansione, ma ha deciso proprio per tornare indietro.
E dunque gli interisti devono essere preparati: al peggio verrebbe da dire, ma forse c’è ben di peggio che mettere l’orologio indietro di un paio d’anni come farà l’Inter, anche se certo può sembrarti la cosa peggiore quando hai visto plasmarsi una squadra che prometteva di essere molto potente a livello europeo.
Questa è la realtà dei fatti, quei 4-5 andranno via, dopo se non questa estate, ma tale è il ridimensionamento.
La maggiora garanzia dell’Inter è la gestione di Marotta, che anche nelle difficoltà prova sempre a fare la cosa giusta, o quantomeno la meno sbagliata possibile, e che da un anno tiene insieme una situazione fragile.
E forse gli interisti devono supportare proprio il direttore più di tutti, perché è l’argine che sta reggendo l’intera società: per esempio è grazie a Marotta che l’Inter ha deciso finalmente di non tornare a essere quella che svende, ma che se Hakimi dovrà andare via sarà per 80 milioni.
Anche se Marotta si sente frustrato dal ricevere diktat simili, e la proprietà Zhang dovrà stare attenta a fare le cose con tatto se non vorrà rischiare che anche lui molli sconsolato.

Ed alla proprietà Zhang si arriva, perché è la madre di tutte le accuse, di tutti gli errori.
C’è qualcosa che deve essere molto chiaro, sia nell’onestà dei tifosi stessi, ma anche e soprattutto in quella della proprietà cinese.

E cioè.
Non si può rimproverare a Zhang di non metterci più soldi, di essere in crisi, di essere bloccata dal diktat del governo cinese. Se lo stato dell’arte è questo, non si può fargliene una colpa.

Non si può nemmeno rimproverare a Zhang di provare a comprarsi del tempo: quello garantito dal prestito restituibile in 3 anni a Oaktree, perché la speranza è che la ripresa ammorbidisca il governo cinese e si possa tornare a spendere (i soldi Suning li ha, non è mai stato quello il problema, ma piuttosto non fare arrabbiare il governo che voleva disimpegno immediato dai ‘divertimenti’ esteri).

E non si può nemmeno rimproverare a Zhang di voler eventualmente rientrare dell’investimento fatto, perché è giusto che non ci perda chi ha speso circa 700 milioni (debito incluso) in pochi anni per costruire un progetto.

Ricordatevi una cosa: le società di calcio sono società private.
E’ vero che appartengono ai tifosi, appartiene loro la storia e il loro patrimonio culturale condiviso, ma sono società private.
Ed è giusto sia così. E i proprietari sono in prestito, di passaggio, ma è giusto che decidano la rotta quando hanno già messo tanti soldi.

Sempre che non ci sia una alternativa indiscutibilmente migliore, che garantisca indiscutibilmente una vita migliore alla società, non perché l’alternativa in sé sia meglio, ma perché sei tu proprietario che non puoi più essere all’altezza.

E qui sì, c’è la grande colpa di Steven Zhang.
La società è sua, ma l’Inter sarebbe dovuta essere posta davanti all’orgoglio personale, se per colpa di quell’orgoglio personale si danneggia la continuità della società.

Il peccato originale con cui Zhang ha tradito l’Inter risale allo scorso fine inverno.
In quel momento il diktat del governo cinese è rigido: bisogna vendere.
Per questo vengono incaricate le banche d’affari, ed è così che arriva l’offerta importante.

800 milioni per l’Inter da un fondo, soldi sufficienti a ripagare quanto speso, ad accollarsi il debito, e con la prospettiva di essere una proprietà che non diventi una sprecasoldi ma che garantisca la continuità raggiunta ad alto livello, questo sicuramente.

Zhang vuole 1 miliardo di €, perché ritiene che debbano essere contabilizzati anche le prospettive di crescita che il progetto sta garantendo, con il lavoro di Conte e la crescita di asset come Hakimi e Lautaro.

L’offerta rimane a 800, ma nel frattempo qualcosa cambia: il diktat cinese si ammorbidisce ed è aggirabile, l’importante è operare sottotraccia, non si può spendere ma si può anche non vendere.

E lì Zhang cambia idea: decide di comprarsi del tempo con un prestito, sperando tra 3 anni di poter tornare a spendere, e soprattutto vuole essere la prima proprietà straniera a cinese a vincere lo scudetto. Non vuole andarsene proprio ora.

Ambizione condivisibile, accettata di buon grado solo perché si garantisce la continuità: non si crescere, ma non si ridurrà.
Insomma il progetto non potrà progredire, ma almeno rimarrà intatto, con i Conte e compagnia.

E invece, quel moto d’orgoglio di marzo di Zhang ha distrutto il progetto: la promessa continuità ragionata diventa ridimensionamento, l’alternativa è questa o addio, indietro non si torna.

Zhang si è mangiato il futuro dell’Inter per non cedere prima del traguardo nonostante ci fosse un’alternativa che avrebbe fatto il bene del club, e il bene delle sue casse, in quanto l’offerta sarebbe stata congrua - non generosa, ma congrua e ragionevole per chi dovrà tagliare i costi.

E’ stato un atto di egoismo con cui Zhang ha smontato da solo l’intero progetto.
E che già abbassa il valore che lui dava di 1 miliardo alla società: senza Hakimi, facciamo caso, e senza la garanzia di Conte, già l’Inter tornerebbe sicuramente a valere quegli 800 milioni di € che ti avevano offerto, e allora a cosa è valso tutto questo?

E i casi sono due: o avrà perso tre anni, fatto perdere tre anni all’Inter e smantellato tutto quanto costruito per finire comunque a dare le azioni a un fondo;
oppure forse arriverà il semaforo verde del governo cinese entro 3 anni, ma anche in quel caso quando e se Zhang ricomincerà a investire, ripartirà non dallo scudetto del 2021, ma dal salto all’indietro dove nel frattempo avrà ritrascinato l’Inter.

Non sei obbligato a vendere, la proprietà è privata.
Ma se qualcuno ti fa un’offerta onesta e tu soprattutto non puoi più garantire il livello che avevi, allora devi andare e fare posto.
Ogni riferimento alle proverbiali lungimiranze di vite da mediano come Oriali non sono puramente casuali.