Va tentata la rimonta
La destinazione resta ignota. Il passo dell’Inter si è fatto sorprendentemente spedito. Impossibile prevedere un risultato e un andamento come quello tra Inter e Barcellona martedì.
Si poteva essere confidenti, fiduciosi forse, ma non al punto da immaginare una vittoria su una delle quattro squadre più forti d’Europa e dunque del mondo, specie per il momento da cui arrivava la formazione di Xavi.
L’Inter aveva perso immeritatamente con la Roma, al culmine di una sfida in cui era andata più vicina al successo che alla sconfitta. Il fatto di essere uscita battuta aveva persuaso che si trattasse di una prestazione simile a quella delle altre sconfitte.
In realtà con la Lazio la squadra di Inzaghi era parsa bolsa, col Milan per 45 minuti, tra il minuto 20 e il 65 l’Inter era totalmente uscita dalla partita, con il Bayern non aveva nemmeno provato a giocarsela, al punto che sotto 0-2 Inzaghi aveva messo in campo due giocatori conservativi.
Con l’Udinese è stato il punto più basso, in termini di gioco e reazione. Contro Mourinho invece resta incomprensibile il modo in cui la partita è stata persa, al netto degli errori della difesa e di Handanovic.
Anche le vittorie non avevano convinto. Col Lecce e il Torino i tre punti sono arrivati grazie ad una giocata a tempo quasi scaduto, con la Cremonese nel secondo tempo l’Inter aveva lasciato l’iniziativa agli avversari, mentre con Spezia e Viktoria Plzen sono arrivati i successi più netti.
Con il Barcellona, come d’incanto, si è registrata la partita più convincente della stagione, una prestazione che ha toccato quell’intensità di gioco, aiuto tra reparti, con un centrocampo che finalmente schermato la difesa, i tre difensori improvvisamente mobili e reattivi, Di Marco sopra due spanne rispetto alla sua stessa media, Barella non più isterico (tranne quando si è fatto ammonire) e Onana carico di energia e presenza in un ruolo che aveva bisogno di un maggiore protagonismo.
Ad oggi ci sono state solo vittorie e sconfitte e sarebbe bene auspicare che proceda in questo modo anche col Sassuolo, considerando che all’Inter conviene tentare urgentemente la rimonta in Campionato, usando più coraggio di quanto abbia fatto fino ad oggi.
La domanda che si fanno tutti è se la partita col Barcellona sia un caso unico, destinato a finire come un gigantesco fuoco di paglia, oppure sia un rilancio che col Sassuolo e persino con l’avvelenatissimo Barcellona al Nou Camp possa permettere una risalita clamorosa.
Per essere realisti bisogna partire dal presupposto che se con il Sassuolo il destino è più nelle mani dell’Inter, col Barcellona al ritorno potrebbe non bastare la prestazione di un Inter che oltre a Brozovic sarà orfana anche di Correa e con Lukaku al massimo in panchina (meglio che niente).
Il Barcellona, al di là della sconfitta a San Siro, ha una rosa più attrezzata e ha fatto una campagna acquisti stellare, è la miglior difesa d’Europa, numeri alla mano e il fatto che l’Inter sia riuscita a sconfiggerla è semplicemente incredibile.
Xavi e le sceneggiate sul ricorso poi ritirato a causa del rigore reclamato per la presunta mano di Dumfries, non tengono conto dell’inesistente fallo di Calhanoglu da cui parte la punizione che ha causato le proteste blaugrana. Lamentarsi in modo tanto isterico da parte di Xavi è propedeutico alla pressione e al clima infernale che peserà senz’altro nell’esito della sfida al Nou Camp. Senza contare che il dominio territoriale è stato sterile se è vero che Onana ha fatto solo una vera parata.
Ora Inzaghi ha solo due attaccanti a disposizione col Sassuolo, autentica bestia nera che da anni sfodera prestazioni sopra la sua media quando ci incontra, ma ha una squadra con un carico di entusiasmo da utilizzare al meglio. Il tecnico non ha sbagliato niente e ha vinto tatticamente la sfida con Xavi, anche se ritiene di aver fatto scelte buone anche quando ha perso, ma non è esattamente così. Se saprà sfruttare l’inerzia la stagione sarà ancora recuperabile. L'Inter, se è davvero questa, deve tentare di rimontare, anche se sarà dura.
Amala
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