Toh: alla fine i problemi dell’Inter sono i problemi di tutti

Toh: alla fine i problemi dell’Inter sono i problemi di tuttiTUTTOmercatoWEB.com
sabato 28 agosto 2021, 12:42Editoriale
di Fabrizio Biasin

Amici cari, interisti, campioni d’Italia, giochiamo scioccamente a “Se vi avessero detto…”.
Se vi avessero detto che a tre giorni dalla fine del mercato le rogne sarebbero state anche degli altri e certamente non solo dell’Inter, forse vi sareste messi a ridere.
Se vi avessero detto che in casa nerazzurra, dopo le cessioni e gli spaventi e i “finirà tutto!”, ci saremmo ritrovati con una rosa completa e cazzutissima, avreste risposto “sì, certo, raccontiamoci le favolette”.
Se vi avessero detto che il reparto offensivo della squadra allenata da Simone Inzaghi non è affatto più forte di quello passato (guai a eccedere nell’ottimismo), ma più completo sì (è un dato di fatto), avreste gridato alla colossale puttanata. 
Se vi avessero detto che l’Inter avrebbe raggiunto in gran parte i complicatissimi obiettivi imposti dalla proprietà (100 milioni di “liquidi” da mettere sul tavolo e monte ingaggi da tagliuzzare) non ci avreste creduto neanche sotto acido.


Se, in definitiva, vi avessero detto che le rotture di balle sarebbero state tante, ma anche che i reggenti le avrebbero ben affrontate, e che comunque i fastidi avrebbero colpito tutti i club di serie A, mica solo l’Inter, al punto che c’è chi a mercato quasi chiuso ne deve risolvere di spinosissimi, vi sareste chiesti “ma cosa ha bevuto questo scimunito? Il Vernel?”.
E invece no, è proprio così. I nerazzurri, badate bene, non sono più forti dell’anno passato, perché quella era diventata una macchina da guerra e le macchine da guerra sono rarissime; perché da quell’impianto sono fuoriusciti tre titolari con i fiocchi e non è mica facile sostituirli; perché tenere attivo un gruppo che ha visto fuggire prima il suo allenatore, poi il suo giocatore simbolo, è davvero una bella botta. Ma, attenzione, c’è vita oltre Antonio Conte. E non è detto che sia tutto finito, neanche un po’.


Ecco, Antonio Conte. La rispettabilissima scelta dell’ex allenatore, quella di chi non se la sente di continuare lungo una strada non più asfaltata, è stata tradotta dai più come la consapevole presa di posizione di chi si aspettava che il castello crollasse. E invece no, il castello è ancora su.
E qualcuno dice “sì, ma lui non poteva sapere che alla fine il gruppo sarebbe stato ugualmente competitivo”. Certo, ma non potevano saperlo neppure quelli che, invece, sono rimasti al loro posto e hanno fatto quello che hanno fatto, ovvero veri e propri miracoli.
La chiudiamo qui, perché alla fine deve parlare il campo.
Quella appena iniziata sarà una stagione difficilissima e, forse, non porterà nessuna gioia. Oh, può capitare. Ma una certezza ce l’abbiamo già: l’Inter ha retto all’urto mediatico del “viene giù tutto” e ora appare persino più serena di quella campione d’Italia. Vedremo come andrà a finire ma, intanto, le pressioni sono finite persino sulle spalle degli altri.
Se ce l’avessero detto due mesi fa, ah, non ci avremmo mai creduto. E comunque saremmo rimasti sulla barca lo stesso, esattamente come abbiamo fatto. Perché è troppo comodo navigare solo con il mare piatto, più difficile è resistere nella tempesta. 
Forza e coraggio, Inter, siamo tutti a bordo.