Speranze, chimere, preghiere

Speranze, chimere, preghiereTUTTOmercatoWEB.com
domenica 26 giugno 2022, 14:09Editoriale
di Gabriele Borzillo

Beh, dai, come inizio di mercato c'è poco da dire, sembra girare tutto dal verso giusto. Poi, per carità, prontissimi a essere smentiti dal campo che è, usiamo una delle frasi più retoriche e tristi appartenenti al panorama pallonaro, l'ultimo a parlare, il solo e unico giudice senza giuria popolare, senza possibilità di appello. Giuseppe da Varese lo aveva promesso poco tempo fa, un paio di settimane a memoria: per il giorno del raduno contiamo di consegnare a Simone Inzaghi la squadra al completo o, se non al completo, quasi. Sembrava più che altro una boutade, una di quelle bugie bianche tanto apprezzate dall'Amministratore Delegato nerazzurro, un azzardo utile a sviare i cacciatori di bilanci seriali, che poi anche qui qualcuno mi racconta chi, della dirigenza interista, ha mai parlato di sessanta milioni di utile. Lo dico seriamente, senza ironia: perché, onesto, mi sfugge.

Comunque, tornando a quanto sta accadendo in sede di compravendita et similia, tutto sembrerebbe portare in quella specifica direzione: il sei luglio l'allenatore dell'Inter potrebbe, veramente e non tanto per dire, avere la rosa completa a disposizione. Chiaro, poi ci sarà da sfoltire, da tagliare, da accompagnare coloro senza un futuro all'interno del mondo nerazzurro verso lidi differenti. Qualcuno lo farà con cognizione di causa, qualcun altro magari punterà i piedini, questo è un mondo dove i calciatori, loro, oltre a ricoprire il ruolo di protagonisti godono anche di un potere assoluto nei confronti delle Società che li pagano, in alcuni casi pure in maniera esagerata. Discorso differente, lungo e a tratti perfino fastidioso e non è certo questo il luogo adatto ad aprire una discussione in proposito: non in trenta righe insomma, perché la discussione andrebbe aperta eccome, alla stessa stregua dei bonus alla firma e altre amenità che caratterizzano il fantastico universo calcistico.

Bando alle ciance, abbracciamoci forte e vogliamoci tanto bene: l'Inter ha riportato a casa, con una operazione davvero magistrale conclusa dalla dirigenza nerazzurra ma orchestrata in maniera formidabile dallo stesso ragazzo che un anno fa ci lasciò in braghe di tela per andare a Londra, probabilmente mal consigliato, Romelu da Anversa. A cifre risibili oserei dire. Certo, quell'addio fruttò alle casse societarie tanto bel denaro però, innegabile, depotenziò la squadra a pochissimo tempo da inizio campionato. Forse, perché la controprova non potremo mai averla, col prossimo centravanti interista in campo la stagione passata l'avremmo chiusa cucendoci la seconda stella sul petto. Non possiamo avere certezze in proposito, ma l'idea mi ha sempre attraversato l'anticamera del cervello. Ormai è andata così, inutile ripensare a ciò che fu, non serve a niente e per niente intendo proprio niente.

Qualcuno entra, qualcun altro saluterà: il nome, lo sappiamo tutti, è sempre lo stesso, quello di un ragazzo che appartiene, di diritto, alla grande famiglia Inter. Però i conti vanno fatti e un sacrificio dovrà necessariamente macchiare la nostra estate da tifosi, altrimenti splendida. Io quel ragazzo lì non lo cederei mai: rappresenta, incarna e vive l'interismo nemmeno fosse nato con la maglia nerazzurra addosso. Spero sempre che Beppe, Piero e Dario, unitamente a Steven, si adoperino per trovare soluzioni alternative, ad oggi complicate da immaginare. Poi il calcio, il calciomercato nella fattispecie, è una bestia complessa, un meccanismo nel quale devi saper leggere tra le righe. E, finché non ci sono firme sui contratti, tutto può accadere: perfino che il prescelto, alla fine, non parta più. Una speranza, una chimera, una preghiera.

Alla prossima.