Questa Inter è in grado di battere la Salernitana?
Ci si può irritare quanto si vuole per questo titolo ma il tema non è scontato.
La squadra ha una palese crisi che si conclama dopo lo spegnimento dei motori di parecchi giocatori, un evidente assenza di energia nel gioco, nei contrasti, nella mancanza di combattività dopo mesi splendidi durante i quali la squadra di Inzaghi ha meritato tutti i complimenti che le erano arrivati.
Passati gli ottavi, fatto il rinnovo a Barella, Lautaro e apparecchiato il tavolo anche per Brozovic (ma l’annuncio non arriva) e Perisic, la squadra si è ripresentata nel 2022 con la conquista della Supercoppa e una grandinata di partite dal coefficiente di difficoltà troppo alto.
La partita imperdonabile resta quella col Milan, persa senza giustificazioni, con una condotta di gara che per tutta la stagione ha perpetuato intensità negli scontri di alto livello per 70 minuti e crollo nei restanti 20.
La tenuta della squadra ha comunque retto, perché con la Roma la vittoria è stata sofferta ma netta in Coppa Italia e col Napoli al Maradona si è registrato un sostanziale equilibrio, dopo un primo tempo preoccupante, fino all’andata con il Liverpool, nonostante l’ennesimo calo negli ultimi minuti.
Dal Sassuolo l’Inter ha cessato di essere quella di prima, non ha più dato segnali di reazione e ha preso un’imbarcata da una squadra di metà classifica, sabato ha giocato una gara anonima con il Genoa e il derby, che tre settimane prima veniva atteso per un riscatto, si è rischiato più volte di perderlo nel primo inconsistente tempo.
In definitiva sono soprattutto le ultime tre partite ad aver affossato la sfrontatezza degli ottimisti, unitamente ad un dato che si è verificato puntualmente: il calo di rendimento di Inzaghi, il quale, in tutte le stagioni alla Lazio ha sempre fatto meno punti al ritorno.
Tra flessione e crollo dovrebbe esserci differenza ma alla maggior parte dei tifosi la predisposizione con la quale sono scesi in campo i giocatori è parsa più vicina al secondo sostantivo.
Si immaginava una fatica di altro genere ma a tutti è rimasta negli occhi la passività della squadra contro avversari che sono entrati facilmente in area, senza argini dal centrocampo, senza collaborazione tra reparti, al contrario con un’assenza di energia preoccupante.
Quello che fa impazzire di più gli osservatori è l’impossibilità di determinare le esatte cause che hanno portato ad un’inversione a U del rendimento. Il candidato più probabile di questo momento orrendo resta la fatica mentale e fisica che ha compiuto l’Inter, senza aver mai avuto la possibilità di rifiatare, perché Inzaghi non ama il turn over e gioca con i titolari anche se fa un’amichevole alla Pinetina.
Ora però ci si chiede se questo tipo di squadra possa battere la Salernitana.
Si, è ultima in classifica ma ha due gare da recuperare, ha cambiato allenatore e ha un Davide Nicola specializzato in salvezze impossibili, ha un ruolino che dalla disfatta con l’Inter ha portato ad una vittoria, una sconfitta e quattro pareggi, uno dei quali contro il Milan che si è salvato solo ad un minuto dal termine.
Non si tratta comunque della Salernitana che dovrebbe essere sconfitta senza esitazione. Si tratta proprio di questa Inter, la quale non ha più riserve e lo si vede fin dal primo minuto di gara.
La classifica in questo caso non ha alcun valore, gli avversari se fiutano le difficoltà prendono coraggio e giocano senza timore, come accaduto con Sassuolo e Genoa.
I campani ci credono e infatti arriveranno con un seguito di 4000 tifosi tra settore ospiti, più quelli sistemati in altre zone dello stadio.
Inzaghi farà un mini turn over che forse avrebbe dovuto fare col Milan. La partita con la Salernitana è fondamentale e non c’è ancora stato il tempo di recuperare.
Il tecnico dovrà inventarsi qualcosa, ma anche inserire energie fresche come quelle di Gosens e Correa
A San Siro servirà un pubblico disposto non solo ad andare per vedere una partita ma a tifare, senza delegare la sola curva. Da questo punto della stagione servono tifosi che non escano ad un quarto d’ora dalla fine e urlino il nome dell’Inter fino al 90°.
Amala
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